Ore 12.58. Siamo nella stari grad, la Ichari Shahar di Baku, la città vecchia, immersa in un’atmosfera di torpore luminoso che cade dall’alto sulla polvere e sulle pietre chiare. La città vecchia di Baku sembra ferma, sembra vivere ad un ritmo di vita di tanto tempo fa, che sa apprezzare la lentezza. Ed è quello che ci vuole per una vacanza. Siamo ad una locanda azera vecchio stile. La locandiera parla praticamente solo azero e russo.
Se vuoi mettere d’accordo l’Europa, fallo a tavola. Oggi abbiamo provato la Dovga (leggi dou(h)a con l’aspirazione), uno jogurt insaporito di erbette verdi. L’amico Mamed mi aveva fatto provare tale preparazione ieri mattina al Press Center. Direi che per il nostro gusto è più cosa da pranzo, da sola se salata, o con inzuppo di pane. È decisamente acida, ma devi saperla apprezzare.
16.57. Press Center di Baku. A Donny Montell piace l’insalata cruda. Nelle foto che passano in loop in press room, che tra l’altro ho l’impressione che siano sempre le stesse, si vede il piccolo Donatas che guarda con occhio felino una ciotola di insalata, prima di agguantare un cetriolo con sguardo sorpreso. Mentre i miei amici, la presidente e il vice presidente di Ogae Italy stanno salutando Alessandro Capicchioni, capo delegazione di San Marino.
21.41. Temevamo che l’Azer non esistesse, ma siamo incredibilmente arrivati. Poi abbiamo temuto che la Maiken non esistesse, ma abbiamo ottenuto i biglietti (anche se ancora solo per le semifinali). A questo punto abbiamo cominciato a pensare che i fans di San Marino non esistano, ma siano in realtà tutti italiani infiltrati. Gli azeri sono un poppolo caloroso e alla mano; abbiamo girato per Baku con le bandiere di San Marino e abbiamo ottenuto più audience di Pastora Soler.
23.06. Finalmente dentro. È dal 2010 che vedo l’Eurovision dal vivo e ogni volta l’emozione è empre la stessa. La descrizione più appropriata sarebbe una finale dei Mondiali a cui partecipano 42 paesi diversi, ognuno con le proprie bandiere. La differenza è che tutti i tifosi fraternizzano tra di loro… Immaginatevi la scena…. Amico Estone, credo che Kuula sia la più bella canzone che l’Estonia abbia mai portato all’Eurovision… Amico Serbo, Zeliko Joksimovic è uno straordinario artista, che è sempre in grado di emozionarmi. Amico Svizzero, la canzone dei Sinplus rimarrà per sempre nelle mie playlists… Lo spettacolo che si vede da qua dentro è indescrivibile; se alzo gli occhi dal quadernetto vedo, a perdita d’occhio le bandiere che sventolano. Davanti a me un Irlandese, un inglese e un gruppo di spagnoli. Dietro alcuni russi e un mare di azeri, a destra un greco, alcuni danesi e un lettone. Qui per vedere l’Eurovision tutti insieme. Probabilmente la frase che descrive meglio questo sentimento e’ la risposta di Rona Nishliu ad una domanda in Winner’s press conference: L’eurovision è una piattaforma che ti permette di presentarti, e dove le diversità vengono valorizzate invece che condannate.
2.10. Altre considerazioni. Passano Islanda (posizione in finale 7), Grecia (16), Albania (3), Romania (14), Cipro (8), Danimarca (15), Russia (6), Ungheria (2), Moldova (26), Irlanda (23). Non passa purtroppo la Svizzera, che probabilmente meritava, l’arena è venuta giu’ dagli applausi alla canzone delle nonne russe, e quando ha cantato l’Islanda ho avuto la pelle d’oca. I jedward, incredibilmente, si sono pettinati decentemente.
Ore 3.44 Ci stanno tipo cacciando via dalla Press Room, per cui mi sa che è ora di chiudere. Ci si risente.