Ore 5.54. Ho fatto la foto con Eldar Qasimov, incontrato all’Euroclub dove finalmente danno musica dell’Eurovision.
Ore 11.43. Al Centro Commerciale Park Bulvard, ho scelto come ricordo di Baku un libro in azero: Inglis bulvard (a occhio e croce Viale Inglese). Adesso posso cominciare il mio percorso di apprendimento dell’azero. Uno dei personaggi del libro si si chiama Alessandro. E poi la ciotola che imita la Chochlomskaja Rospis’. Avete mai visto i prodotti della Chochlomskaja Rospis’? Andate su Google e cercate “Khokhloma” su “Immagini” e vedete cosa vi esce.
Sono principalmente stoviglie da tavola di legno di tiglio, che dopo una procedura di essiccamento e di oliatura, vengono dipinte con i colori nero, rosso e oro principalmente, qualche volta rame, in qualche caso addirittura verde, a motivi floreali. Ci sono le more, i ribes, le fragole e tanti fiori. La fabbrica ufficiale si trova vicino al villaggio di Chochloma, nella regione russa del Nidzdi Novgorod, ma ne esistono di simili in tante altre parti della Russia e dell’ex impero sovietico.
Ore 12.12. Messaggio per l’amico Paolo che mi aveva commissionato 50 euro di cimeli dell’Unione Sovietica: Caro Paolo, mi sa tanto che la cosa più’ vicina al cimelio dell’Unione Sovietica è l’imitazione della Chochlomskaja rospis’, per cui mi sa tanto che ti dovrai accontentare di un piatto decorato.
Ore 14.36 Al press center in attesa delle conferenze stampa dei Big 5 + 1, credo sia opportuno spendere alcune parole sui tassisti azeri. Puo’ essere possibile che un Codice della Strada, in Azerbaijan non esista, e la segnaletica orizzontale e verticale (quest’ultima tra l’altro quasi non esiste) siano dei feticci esposti per i turisti. Ho potuto vedere guide che definire sportive e’ un eufemismo: invasioni di corsia, U turn in mezzo alla strada, macchine parcheggiate o ferme in mezzo alla strada, gente che si butta in mezzo alla strada e guidatori che ti suonano se per strada passi con il verde o guidi nella tua carreggiata. Ma il massimo lo abbiamo raggiunto in due occasioni. Quando abbiamo chiesto ad un tassista dei famosi London Taxi di portarci all’Euroclub invece che alla Crystal Hall (cioe’ un posto che nella settimana dell’Eurovision diventa meta di pellegrinaggio religioso), non parlando una parola di inglese, ha prima chiesto a un impiegato della reception, che, con l’aiuto della mia cartina stradale, non riusciva ad individuare una strada per arrivare dall’albergo all’Euroclub. Desistendo dal tentativo ha chiamato un’altra dipendente della Reception, che con un certo numero di difficolta’ ha spiegato al tassista dove arrivare (e meno male che ci scoraggiano dall’uso degli altri taxi non londinesi, per l’importante motivo che gli altri tassisti non parlano inglese. Perche’ invece quelli dei London Taxi si’. Non so, forse per inglese indicano il linguaggio dei segni. Pero’ c’e’ da dire che ci si impegnano, per portarti a destinazione. Magari durante il tragitto si fermano quindici volte e chiedono a chiunque: poliziotti, passanti, altri tassisti, commercianti. Mi hanno raccontato che sia successo che un tassista e’ addirittura sceso dal taxi, entrato dentro un albergo e ha chiamato fuori un impiegato della reception, e, non trovando soluzione all’enigma, ne ha chiamato un secondo. Ma questo un po’ ce lo aspettavamo. E questo non modifica la nostra convinzione che l’ospitalita’ azera sia veramente calda. E’ un popolo estremamente disponibile, fino ad offrire tutto se stesso per farti sentire a tuo agio. E ieri che, paradossalmente, avevamo fretta, tornando agli appartamenti per prepararci alla semifinale, abbiamo beccato l’unico tassista lento di Baku. Addirittura si fermava ai semafori rossi, dava la precedenza e non invadeva le altre corsie.
Ore 16.40. Al Press Center si fa un simpatico giochino, in cui ogni accreditato come stampa o fan può votare per le canzoni della finale, in perfetto stile Eurovision. Il particolare più divertente è che si può votare per il proprio Paese. Per cui Evgenios Buli sta votando per la Grecia, mentre la marea di spagnoli che sono qui a Baku sta dando frotte di 12 punti a Pastora Soler. E nei loro commenti si stupiscono anche: “Oh, siamo addirittura primi, vuol dire che vinceremo l’Eurovision”… Sì, certo, come no. Io non ho votato per il mio Paese, seguendo le regole EBU, e ho dato 12 all’Estonia, 10 alla Serbia e 8 a Malta. Non ho votato la Svezia e la Spagna.
Ore 17.36. Ho fatto la foto con Kurt Calleja! Grazzi hafna Kurt, ma non ti pensare che mi accontento.
Ore 18.06. Qualcuno aveva detto che due delle nonnine russe erano state portate in ospedale, ma io le sto vedendo adesso in diretta che fanno la prova on stage.
Ore 20.12. La polizia s’è bevuta a due, caricandoli sul cellulare. Stiamo assistendo ad uno spettacolo disarmante. Un manifestante, di fronte a una frotta di giornalisti, viene caricato di peso dalla polizia su un autobus, mentre la stampa internazionale gli corre appresso.
Ore 20.58. Cena al ristorante caratteristico Karvan, con spettacolo di mangiafuoco che si sdraiava anche sui coltelli e sui chiodi, facendosi calpestare da gente del pubblico scelta a caso, con l’unica discriminante su quanto pesava. Il mangiafuoco esce di scena e ci si prepara ad accogliere la danzatrice del ventre. Da un momento all’altro l’atmosfera, complice la musica caratteristica, cambia, si accendono le fiaccole all’entrata, il ritmo si fa frenetico, anche i camerieri vanno più veloci, sembra che tutto corra verso lo spettacolo della spigliata danzatrice del ventre. L’atmosfera è ipnotica, e alla fine non ti interessa neanche se il prezzo che hai pagato era un po’ alto, perché ti e’ rimasto inchiodato nella mente l’odore speziato del tè azero, o la caramellosità delle frutta candite, che loro chiamano marmellata, o dei baklavà alla azera.
Ore 22.42. Alla festa di OGAE, finalmente con la musica da Eurovision, stiamo sfogando tutto quello che abbiamo represso in questi giorni all’Euroclub, dove non mettevano molta musica ESC. Balleremo fino alle luci dell’alba. Da notare che per evitare spiacevoli inconvenienti (tipo deportazione in Nagorno Karabakh, espulsione dal Paese, lungo soggiorno di villeggiatura nelle azere galere), non vengono mandate canzoni dell’Armenia.
Ore 2.24. Anche i camerieri dell’albergo si sono uniti a noi nella festa, e sono anche più fomentati di noi. Amo la popolazione dell’Azerbaijan.
Ore 3.12. Davanti al Blocco 2 dei Miracle Aparments si è fermato uno dei pullman. Potrebbe essere quello della delegazione moldova che riporta Pasha Parfeny a dormire.
Ore 3.34. Ora di ritirarsi. Domani ci aspetta una grande giornata: visita alla Moschea di Baku, carosello di bandiere sul lungomare di Baku, Grand Final.
Divertente la parte dei tassisti hahahahahaah