Tutto è andato esattamente come nel 2000, quando ad organizzare il concorso era la Svezia e a vincerlo era la Danimarca. Malmö e Copenaghen distano pochissimo l’una dall’altra e, quindi, per il concorso 2014 basterà attraversare lo stretto dell’Öresund o Øresund, a seconda che si sia svedesi o danesi.

Anche quest’anno i pronostici sono stati confermati. Vince l’Eurovision Song Contest 2013, Emmelie de Forest con la canzone Only teardrops che ha collezionato 281 punti. Un brano pop-folk piacevole unito ad una messa in scena spettacolare, che all’ESC non guasta mai, hanno riportato il trofeo in Danimarca che, come già detto non lo vinceva dal 2000 quando a trionfare furono i fratelli Olsen con Fly on the wings of love. Per il paese della Sirenetta questa è la terza vittoria; la prima risale al 1963 con Grethe & Jørgen Ingmann con la canzone Dansevise.

Al secondo post, con 234 punti, troviamo l’Azerbaigian con Farid Mammadov col brano Hold me. In sei partecipazioni, questa nazione, si è sempre piazzata in top 10 e dal 2010 perennemente in top 5 con la vittoria del 2011.

Terza Zlata Ognevich con la sua Gravity che ha guadagnato 214 punti.

Veniamo all’Italia e a Marco Mengoni che con L’essenziale è riuscito a terminare la sua esperienza all’ESC al settimo posto. In un concorso molto televisivo Mengoni ha puntato su un’esibizione semplicissima, ma vocalmente ineccepibile e l’Europa ha sembrato gradire.

Dal nostro rientro, nel 2011, l’Italia ha sempre puntato su artisti di qualità ottenendo dei buoni risultati che, sinora, ci hanno sempre fatto rimanere in top 10. Ricordiamo, infatti che nel 2011 Gualazzi si classificò al secondo posto e l’anno scorso, Nina Zilli fu nona.

Nei primi 10 posti della classifica finale troviamo, in pratica, tutti i Paesi che alla vigilia erano dati fra i favoriti con giusto due sorprese: il nono posto di Malta e il 10 dell’Ungheria.

Le BIG 5, ad eccezione dell’Italia, purtroppo si fermano nella zona bassa della classifica. Peccato per la Francia che ha fatto una buona esibizione. Spagna e Regno Unito pagano lo scotto di una performance non brillantissima. La Germania, invece, aveva un brano dance che sapeva di già sentito.