Essenzialmente... Diario da MalmöOre 13.44. Esercizi di stile alla Raymond Queneau, reinterpretati in stile ESC.

Versione 1: Messaggio ai colleghi di ufficio: ho avuto la conferma che esistono tanti nipoti che fanno assistenza a nonno anche all’estero. Jonas, Jacob e Sara non si vedono mai in giro alle feste dove abbiamo incontrato tutti i cantanti del mondo, anche Esma, ma loro no. Ma è solo perché da bravi nipoti fanno assistenza a nonno Emil, che alle sei e mezza ha necessità di fare pappa, quindi Sara gli cucina un semolino, poi Jonas lo imbocca, e quando ha finito c’è Jacob che lo aiuta a vestirsi per la notte e poi gli rimbocca la copertina di lana.

Versione 2: Messaggio ai colleghi d’ufficio: Ho scoperto che all’estero il rapporto di assistenza tra nonno e nipote varia sensibilmente. Jonas, Jacob e Sara non si vedono mai in giro alle feste dove abbiamo incontrato tutti i cantanti del mondo, anche Esma, ma loro no. Ma è solo perché nonno Emil, da amorevole parente, bada alla salute e alla sicurezza dei suoi nipotini, che alla loro età hanno una salute troppo cagionevole per farli girare per strada. Per cui alle sei e mezzo nonno Emil prepara un semolino caldo con un brodino di pollo che fa bene allo stomaco, poi imbocca i suoi nipotini a turno, una cucchiaiata a Jacob, una a Jonas, e una a Saretta. Poi per lui invece una bistecca fiorentina, perché ha biogno di energie per crescere. Poi li veste per la notte. A Saretta il pigiamino rosa con la gattina di Hello Kitty, al piccolo Jonas il pigiamino celeste con gli orsetti di WInnie the Pooh, e al suo tesoro, il piccolo Jacob, il pigiamino blu con la luna in quarto calante e la scritta Good Night.

Ore 18.31. In fila prima di entrare all’arena, con il CD promo di Marco Mengoni in tasca, accanto al piccolo Shenol dagli occhi “curiosa sfumatura di celeste e verde”, il mio amico turco, vedo, da sinistra a destra, come in una panoramica su tutta EUropa, bandiere di Svezia, Paesi Bassi, Germania, Italia, Turchia, Azerbaijan, Norvegia, Islanda, Svezia, Regno Unito e Spagna, e tutte le bandiere stanno garrendo al vento. Ma dove lo hai mai visto uno spettacolo così? Tutte le sfumature di tutti i colori del mondo da ogni farfalla d’Europa sono qui, tutt insieme, perché siamo veramente una cosa sola, fratello, tu ed io.

Ore 19.39. Nell’arena, tra la wind machine e le telecamere di scena, Ho davanti, all’altezza della penisola, una piattaforma semovente che spero vivamente chiuderanno prima dell’esibizione dei cantanti. Dovrebbe essere la piattaforma che si usa negli act.

Ore 21.39. Gianluca, Chris, Gabriele, Kenny, Samaria, Louise, i miei cinque SMS di quest’anno sono tutti per voi. Ve li meritate.

Ore 0.18. Emmelie De Forest, la vincitrice dell’Eurovision Song Contest 2013 sta cantando sul palco, e io rimango affascinato dai brillanti coriandoli colorati che riflettono le luci dell’arena, l’emozione è indescrivibile. Guardo verso il palco, attraverso le colonne della passerella, vedo un tripudio di colori arancione e amaranto, mi giro a sinistra e vedo la pioggia di coriandoli, mi giro all’indietro e vedo le luci dei braccialetti luminosi che punteggiano gli spalti e la platea. Al momento riesco a pensare solo a due cose: sono orgoglioso di essere qui e di partecipare a tutto questo spettacolo, e sono orgoglioso del risultato del mio Paese. Un bravo cantante, una bella canzone, e la malia della lingua italiana che ottiene 126 punti. Sono orgoglioso di far parte di questo spettacolo, sono orgoglioso che la musica italiana, qui, venga rappresentata al meglio, e ottenga sempre dei buoni risultati.

Ore 5.37. L’ora è un po’ strana, ma io non ho ancora dormito e credo che l’Eurovision Song Contest del 2013 sia finito. Alle 16.00 ho l’aereo che da Copenhagen mi riporterà a Roma. Passando, con l’occasione, ritengo che prenoterò una camera per l’anno prossimo.