Il noto sito Esctoday ha intervistato questa settimana, Sietse Bakker, il supervisore dell’Eurovision Song Contest. L’intervista ha trattato molti temi importanti quali le accuse di brogli nel televoto e nel voto delle giurie, i diritti umani, lo stop della TV greca ERT e i progetti futuri per il concorso.

Parlando dei diritti umani e del mondo LGBT, Bakker ha affermato che garantire la sicurezza ai visitatori è in primo luogo responsabilità della TV organizzatrice, in stretta collaborazione con le autorità competenti. Tutti gli anni viene richiesta una garanzia di sicurezza da parte delle autorità a prescindere dall’orientamento sessuale. Bakker continua dicendo che ogni paese è diverso e che nel caso si presuma ci siano problemi di sicurezza nei confronti dei gay, si cercherà di risolverli ti a seconda delle circostanze.

Rispetto alla diversità di audience, legata anche all’aspetto demografico dei diversi paesi, Bakker dice che l’Eurovision Song Contest gioca ruoli diversi in paesi diversi. Le diverse valutazioni dettagliate provenienti da quasi tutti i paesi partecipanti sono solo uno dei tanti indicatori con cui è possibile valutare lo stato del concorso. Finché verrà mantenuto un buon equilibrio tra gli aspetti tradizionali e quelli innovativi, utili per rivolgersi a un pubblico giovane, Bakker si dice sicuro che ci sia un futuro luminoso per il concorso.

Uno degli argomenti più importanti è quello riguardante la chiusura della ERT, la TV pubblica greca. A tal riguardo il supervisore dell’ESC pensa che la situazione in Grecia sia complicata. L’EBU è stata molto attiva nel sostenere le trasmissioni del servizio pubblico greco in questo momento difficile, e continuerà a farlo. Rispetto a una possibile partecipazione all’Eurovision Song Contest, Bakker spera di vedere rappresentata la Grecia nel 2014, e aggiunge che vengono tenute aperte tutte le opzioni possibili causa la straordinarietà della situazione.

Bakker parla anche delle nuove regole, affermando che la decisione di modificare il regolamento dell’ESC 2014 è stata presa dal Gruppo di Riferimento, in stretto dialogo con il team dell’EBU, il cui lavoro è alla base dell’ESC. L’essenza che c’è dietro al nuovo regolamento  è la trasparenza. Si sono avute molte speculazioni dopo l’ESC 2013, mentre si sarebbe preferito ci fosse maggiore fiducia nel processo. La trasparenze richiesta renderà i giudici più responsabili e darà la possibilità a coloro che sono interessati di vedere esattamente come si è arrivati ​​a un risultato valido.

Rispetto alla novità introdotta nel 2013 che vede la TV organizzatrice decidere l’ordine di esibizione dei cantanti, Bakker afferma che non si è avuta una sola lamentela da parte delle TV. I capi delegazione sono dei professionisti televisivi e hanno capito che in tal modo è possibile fare uno spettacolo migliore.

Alla domanda su possibili nuovi debutti all’ESC, Bakker ha risposto dicendo che il format attuale è costruito su un massimo di 45 paesi. Ovviamente, l’idea di avere tutti i paesi della zona ‘EBU resta molto forte, ma allo stesso tempo bisogna fare i conti con una realtà in cui le emittenti pubbliche sono in difficoltà. Tenere unita la famiglia ha la priorità sull’entrata di nuovi paesi, sebbene tutti siano benvenuti.

Sempre sul numero dei paesi e sul ritiro dal concorso di alcuni, Bakker dichiara che le quote di partecipazione sono rimaste stabili negli ultimi anni. Poiché la TV organizzatrice non paga la tassa di partecipazione, che deve poi essere divisa dalle altre emittenti partecipanti, le quote possono variare negli anni. L’intento, dice, è di mantenere le quote stabili, per sostenere i soci EBU. Allo stesso tempo è importante sostenere la TV organizzatrice, che investe in modo sostanziale. La sfoltimento del programma di prove è stato fatto per porre più attenzione a questo aspetto al fine di negoziare offerte migliori con gli hotel. Infine Bakker ricorda che ciascuna emittente ottiene più di 7 ore di intrattenimento di alta qualità dal vivo, con la sicurezza di avere una buona audience, ad un costo ragionevole.

Parlando di ritiri non si può non pensare alla Turchia che si è ritirata lo scorso anno e che, sembra, non tornerà a partecipare sino a quando non verrà modificata la regola del voto al 50/50 fra giurie e televoto. Sietse Bakker dice che l’EBU ha un dialogo continuo con le TV nel momento in cui considerano o decidono di ritirarsi, e che le loro problematiche vengono prese in seria considerazione. Mantenere un giusto equilibrio tra i desideri di 40 emittenti è una sfida che non sempre è possibile vincere. Purtroppo, la TRT non ha informato l’EBU delle sue preoccupazioni prima di ritirarsi, quindi si sono trovati davanti al fatto compiuto. L’intenzione è sicuramente di fare rientrare nel concorso la Turchia.

Altro argomento scottante è stato quello che riguarda eventuali brogli nelle votazioni del concorso 2013. Il Supervisore dell’ESC ribadisce che l’EBU ha forti valori etici al suo interno. I membri, attraverso organismi come l’Assemblea Generale, il Comitato TV e il Gruppo di Riferimento, stanno seguendo da vicino ciò che accade nell’organizzazione. L’EBU ha un chiaro mandato dai suoi membri nel campo della radiodiffusione pubblica, ma non può assumere ogni sfida sociale o politica poiché, in molti casi, non è di sua competenza.

Bakker continua dicendo che quando si tratta Eurovision Song Contest, si è molto ansiosi di spiegare alcune delle sfide che si hanno di fronte.  L’EBU cerca di rispondere ad ogni singola domanda dei giornalisti, dei fan e degli spettatori. Ora si dice orgoglioso del nuovo regolamento e che il gruppo di lavoro dell’ESC non è mai stato così disponibile come oggi.

Dal prossimo anno saranno resi pubblici i risultati del televoto e delle giurie in maniera trasperente. A tal proposito l’EBU è molto fiduciosa nella tecnologia del televoto, ma allo stesso tempo, divulgare troppe informazioni su come funziona questa tecnologia potrebbe mettere a repentaglio il successo stesso di essa. Con l’avanzare della tecnologia e con la crescita della richiesta di trasparenza, ci si può ritenere sicuri di attuare questi cambiamenti ora.

Sulla pressione dei media che hanno riportato le notizie riguardanti i presunti brogli, Bakker afferma che l’EBU ha predisposto le procedure per gestire adeguatamente le richieste dei media, così come i protocolli su come affrontare tali accuse. È importante indagare adeguatamente queste accuse, così come è stato fatto nel corso dell’estate e come si continuerà a fare. Non si vuole giungere a conclusioni affrettate, ma ottenere quante più informazioni possibili. Nel caso in cui queste accuse saranno dimostrate, si dovrà porre attenzione prima di tutto, sulla soluzione del problema e poi sarà il Gruppo di Riferimento che determinerà quale tipo di sanzione dovrà essere imposta.

Ogni paese è rappresentato dalla rispettiva emittente pubblica, che sottoscrive il regolamento, stringendo a tutti gli effetti un accordo con l’EBU. Nel caso in cui un membro violi tali norme, il Gruppo di Riferimento è in grado di determinare una sanzione che può variare da un avviso formale ad una pena da 1 a 3 anni di esclusione dal concorso. Tale sanzione deve essere approvata anche dal Comitato della TV.

Bakker conclude dicendosi fiducioso nelle nuove regole che prevedono cinque professionisti dell’industria musicale con un presidente eletto tra di loro, monitorati da un notaio. Saranno presenti anche i rappresentanti della PWC per le riunioni della giuria, il tutto senza preavviso, per osservare le procedure. Una piccola giuria consente a ciascun emittente di trovare i migliori professionisti del settore musicale. Più grande è il gruppo, più è difficile trovare queste persone. L’obiettivo è la massima trasparenza, lo spazio minimo per la corruzione e la rigorosa applicazione delle regole per poter agire al meglio contro ogni accusa.