Nicola Caligiore è il capo della delegazione italiana all’Eurovision Song Contest. È la persona che, sin dal 2011, lavora seriamente e con tenacia per promuovere il concorso in Italia e per far sì che il nostro Paese sia sempre rappresentato con qualità e stile. Da quest’anno è anche membro del Reference Group, l’organo di governo dell’ESC che ha compiti di guida e di controllo sulle procedure del concorso.

A meno di un mese dall’inizio dell’evento di Copenaghen abbiamo avuto modo di intervistarlo per scoprire qualcosa di più sull’esperienza del 2013, sulla preparazione con Emma e sul concorso che stiamo per vivere.

Partiamo dall’esperienza del 2013. Marco Mengoni settimo, terza Top Ten di seguito dal nostro rientro e, ancora una volta dopo il 2011, l’Italia prima fra le Big 5. Cosa puoi raccontarci dell’esperienza con Marco a Malmö?

ESC in Svezia è stata un’esperienza divertentissima: Marco è una persona straordinaria e di raro talento. L’esibizione de ‘L’essenziale’ era praticamente perfetta ad ogni prova e, lo dico con un pizzico di orgoglio, eravamo abbastanza “Invidiati” per la precisione vocale del nostro artista. La grande popolarità di Marco inoltre ha certamente aiutato la promozione del programma in Italia.

Emma Marrone rappresenterà l’Italia a Copenaghen. Dopo Mengoni, la scelta è ricaduta ancora su un’artista che, al momento, è in vetta alle classifiche di vendita. Pensi che questo tipo di scelte possa portare, negli anni futuri, ad autocandidature per rappresentare l’Italia all’ESC? In base alla tua esperienza, gli artisti italiani sono coscienti del potenziale di questo concorso?

Ovviamente è difficile rispondere a questa domanda. La strategia seguita sino ad oggi è quella di portare su un palco così importante artisti “solidi” e con un progetto musicale che abbia “senso industriale” esportare. Tra i tanti obiettivi che ci pone nel sostenere un progetto come Eurovision infatti c’è anche quello di promuovere l’industria culturale Italiana all’estero. Ritengo che l’iniziale scetticismo della discografia nazionale verso questa manifestazione sia praticamente scomparso e, con molto piacere, leggo qui e li di molti artisti noti interessati a prendere parte all’evento. La scelta di Emma ha seguito esattamente la stessa logica di cui sopra: è un’artista estremamente popolare, in cima alle classifiche di vendita, giovane e, diciamolo, molto brava! Sono molto contento che sia lei a rappresentarci e ringrazio anche il team di Universal Music per credere molto in questa iniziativa.

Sul web, i fan stranieri, ci hanno fatto i complimenti perché prendiamo molto seriamente il concorso e, in effetti, non sono molti i Paesi che scelgono nomi importanti come propri rappresentanti. È lo stesso fra le delegazioni degli altri paesi e fra gli addetti ai lavori? Cosa si dice dell’Italia in quei 15 giorni?

Come ho detto l’Italia è molto rispettata, sono fiero dell’immagine che siamo riusciti a trasmettere con il lavoro di questi anni. L’atmosfera che si instaura con le altre delegazioni è fantastica e proprio questo, a mio modesto avviso, è uno dei grandi valori aggiunti: confrontarsi con linguaggi televisivi e musicali molto diversi, per quanto a primo sguardo possano apparire anche bizzarri, è un momento di grande arricchimento.

In un’intervista a OGAE Italy hai affermato che ti piacerebbe che l’energia di Emma fosse catalizzata da qualche elemento scenografico più importante, sempre puntando alla qualità. Puoi dirci se state lavorando su questa strada? In generale come procede la preparazione per Copenaghen?

La preparazione va bene, il Team di Emma è davvero forte e lei crede molto in questa opportunità! Ovviamente non posso rivelare dettagli di quello che andrà in scena, ti dico solo che sarà un’esibizione energica, con grafiche divertenti e qualche effetto… Vogliamo proprio divertirci e divertire! Ogni anno abbiamo cercato di portare qualcosa di diverso; sono sicuro che il pubblico apprezzerà anche le scelte di questa edizione.

Veniamo ad Emma. A giudicare da alcune sue dichiarazioni, la sensazione è che sia entusiasta di questa esperienza che sta per affrontare e che si stia davvero impegnando. Puoi dirci qualcosa su come ti trovi a lavorare con lei?

MAGNIFICA! E non lo dico certo per “cortesia istituzionale” – sono rimasto colpito dalla grande professionalità ed umiltà di Emma. Credo che giorno dopo giorno lavori sodo per crescere professionalmente ed affermare la sua credibilità come artista. È una ragazza caparbia ed attenta e sono sicuro arriverà molto lontano. Ho ascoltato con molta attenzione il suo disco (Schiena vs Schiena) e l’ho trovato davvero un ottimo lavoro: per quello che possa valere la mia opinione, c’è stato un salto in avanti molto importante sia nella scrittura che nei testi e credo che abbia imboccato la strada giusta.

In febbraio l’EBU ha comunicato che, dopo i presunti brogli al televoto nel 2013, il Gruppo di Riferimento ha rafforzato le misure di sicurezza per garantire la correttezza del voto. Facendo parte di questo organo di governo, puoi raccontare quali sono gli sforzi e le difficoltà che si incontrano proprio nel controllo dei risultati di voto di quasi 40 Paesi, anche per tentare di spegnere le polemiche che si sono accese?

Le difficoltà sono tantissime, come naturale quando sono in gioco così tanti paesi e realtà diverse, tutto però sembra sotto controllo e sono sicuro che il grande sforzo di quest’anno ci ripagherà.

Alla luce del Meeting dei Capi delle Delegazioni, che si è tenuto qualche settimana fa, puoi dirci che tipo di ESC dobbiamo aspettarci? A livello organizzativo, secondo te, quali sono stai i pregi e i difetti, o comunque le differenze, delle edizioni di Düsseldorf, Baku e Malmö?

ESC è una produzione particolare, in certe dinamiche è una bolla che si ripete anno dopo anno, per altre invece cambia tutto secondo quelle che sono le indicazioni ed i gusti dell’Host Broadcaster. La DR e la città di Copenhagen hanno messo a disposizione una grande energia creativa e sono sicuro sarà un’edizione molto avvincente.

Per chiudere, e se nel “duemilaforse” fosse la RAI l’host broadcatser dell’Eurovision Song Contest? Hai mai pensato a questa eventualità e, se sì, hai già qualche idea che ti piacerebbe attuare?

Vincere Eurovision non è facile, al contrario di quello che molti pensano: ci sono molti paesi agguerritissimi e con pezzi costruiti alla perfezione per vincere. Credo non abbia molto senso fare questo tipo di ragionamenti in questa fase! Per il momento ci concentreremo a fare il meglio possibile a Copenhagen e rendere gli ascoltatori italiani orgogliosi della nostra musica!

Ringraziamo Nicola Caligiore per il tempo che ci ha dedicato e gli auguriamo buon lovoro in Danimarca!

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