Linus, insieme a Nicola Savino, sarà il commentatore della Finale dell’Eurovision Song Contest 2014, che andrà in onda sabato 10 maggio alle ore 21.00 su RAI 2. A pochi giorni all’evento, lo abbiamo raggiunto per scoprire cosa pensa del concorso e come si sta preparando a questo impegno.
Partiamo chiedendoti come è arrivata la proposta di commentare la serata finale dell’ESC 2014, a te e a Nicola Savino.
La proposta ci è arrivata in quanto sia io che Nicola, nell’ultimo anno abbiamo collaborato con RAI 2 e quindi siamo una coppia felice, dal punto di vista radiofonico e abbondantemente rodata. L’ESC ha dei connotati fortemente radiofonici, perché si tratta di commentare e non di stare sul palco. Credo che la nosta scelta sia abbastanza garantita da quel punto di vista.
In effetti la RAI, dal rientro ad oggi, ha quasi sempre scelto voci radiofoniche per commentare l’Eurovision. Credi che, per fare voice over, il fatto di fare radio sia un valore aggiunto rispetto a dei presentatori televisivi?
Sì, certo. Questo non è tanto un lavoro da presentatore televisivo perché ci sono tempistiche molto differenti. È molto importante avere la conoscenza del ritmo, dei tempi, del saper stare in spazi bravi e nel saper essere coincisi, ma al tempo stesso saper essere efficaci. Tutte cose indispensabili in radio.
Anche perché, per come è impostato lo show, non c’è tantissimo tempo per parlare.
No, infatti si tratta di tante piccole finestre nelle quali devi riuscire a entrare. La cosa impressionante è la precisione e la cura che ci mettono nella produzione dell’evento, che addirittura il giorno prima si svolge come se fosse quello live. Noi, seguendo la prova del venerdì sera ad uso e consumo solo nostro, prenderemo confidenza con i tempi e con i personaggi e ci costruiremo una scaletta di interventi perfetta. A quel punto, sabato sera sapremo meglio come muoverci e sapremo quello che succederà. Non è poco e non capita tutti i giorni di avere la possibilità di fare due volte la stessa cosa. È come fare la telecronaca di una partita che hai già visto, ma in quel caso il brutto è che sai già il risultato, mentre qui ci sarà la sorpresa finale.
Come ti stai preparando rispetto a questo impegno? Hai avuto modo di documentarti?
Sto radunando molto materiale, talmente tanto che potrei farci un mese di trasmissione! Sto cercando di mettere un po’ d’ordine e di lavorarci ora che si sta avvicinando l’evento. Da una parte ci sono molte cose da conoscere sui singoli cantanti e dall’altra abbiamo ricevuto diverse richieste e materiali, per esempio anche dall’ente del turismo della Danimarca. Quindi di cose da dire ce ne sono parecchie, ma alla fine l’esperienza radiofonica mi insegna che bisogna farne una sintesi da utilizzare a seconda dei momenti.
Hai avuto modo di seguire le precedenti edizioni del concorso? Cosa pensi di questo evento e della musica che viene proposta?
Come italiani abbiamo sempre avuto un atteggiamento molto ironico, forse un po’ superficiale nei confronti di questo contest. In verità cambia molto a seconda del Paese che lo ospita che, chiaramente, lo organizza un po’ a sua immagine. È una sorta di expo musicale, una vetrina per il Paese, oltre che per i cantanti. Il fatto che quest’anno si svolga in Danimarca, gli dà un certo livello di modernità e di credibilità. La Danimarca è un Paese che fa abbondantemente parte dell’Europa dal punto di vista culturale. È un Paese molto moderno, che però ha anche una sua personalità.
Rispetto alle proposte musicali, penso siano molto varie: in alcuni casi potranno far sorridere mentre in altri saranno più interessanti. Devo dire che non lo vivo solo come una vetrina musicale, ma come una rassegna culturale. È una serie di finestre che permettono di capire qual è il gusto e lo stile dei singoli Paesi.
Come pensate di impostare il commento, tenendo presente che è una manifestazione con cantanti, in maggior parte, sconosciuti al pubblico italiano.
Puntando un po’ di più sul personaggio che sull’artista nel senso musicale del termine. Facendo il disc jockey da tempo posso garantirti che una canzone, al primo ascolto, difficilmente risulta credibile e che si è sempre influenzati da altre cose. In questo caso, non si tratta soltanto di un primo ascolto, ma anche di un primo contatto che arriva da un Paese che magari si conosce poco. Per questo credo sia più importante dare qualche nota descrittiva sul singolo cantante, sulla sua provenienza e sulla sua storia. Per cui sarà molto importante il lavoro di questi giorni in redazione per riuscire a cogliere di ognuno di loro quel qualcosa che possa renderlo credibile.
Cosa pensi di Emma e della sua scelta come nostra rappresentante italiana?
Penso che Emma abbia tante carte buone da giocarsi. Ha una bellissima faccia, e questo in televisione conta molto, poi ha una bellissima voce e un buon repertorio. Rappresenta bene quello che ci si aspetta dall’Italia, ma da un’Italia giovane. Per cui credo sia un personaggio assolutamente adatto a questo evento e le auguro una buona fortuna, anche se credo non sia una manifestazione che si debba vincere obbligatoriamente. È uno show in cui hai la possibilità di fare un passaggio televisivo importante, davanti a una platea immensa e che in alcuni Paesi è considerato un grande evento e non con questo leggero scetticismo che noi italiani abbiamo sempre avuto.
Hai avuto modo di parlare con i nostri precedenti rappresentanti (Gualazzi, Zilli, Mengoni) di questa manifestazione?
Sì, ne ho parlato con tutti, anche perché li ho sempre incontrati subito dopo le loro partecipazioni e tutti sono tornati molto divertiti. Ricordo che Nina Zilli mi raccontò che a Baku le avevano chiesto che tipo di effetti speciali volesse sul palco per la propria esibizione; potevano essere scelti da una lista che conteneva dai fuochi ai laser, proprio come una sorta di menu da cui scegliere. Per noi italiani è qualcosa di insolito perché, di norma, lo spettacolo televisvo lo gestisce la produzione e l’artista si limita a cantare. Altra cosa insolità è il budget. Negli ultimi anni, siamo abituati a produzione con risorse economiche limitate, mentre all’ESC c’è sicuramente un investimento che noi non vediamo da tempo.
Ringraziamo Linus per la sua cortesia e disponibilità e gli auguriamo buon lavoro.
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