Al termine ultimo della Danimarca, sull’ultimo lembo di scogliera rocciosa di fronte al mar Baltico, in un panorama di aria umida e cielo bianco striato di grigio, con l’acqua che accentua e rende brillanti i colori bianco, blu e grigio dei ciottoli levigati della spiaggia, accanto ad un binario freddo e rigido.
Intorno, una distesa di nuvole bianche colorate di grigio, resa chiara dalla luce che filtra dal sopra, e l’acqua infinita del Baltico, fino a dove possono arrivare gli occhi e più in là. E la Luce del Nord.
È un chiarore che ti fa dimenticare il freddo, la fatica e la pioggia. È un chiarore che ti entra dentro, e ti fa respirare piano e profondamente, e ti da la forza di andare avanti. Eccola, la luce del nord che cercavo.
Non è facile trovare la Luce del Nord. Devi avere pazienza, ti devi allontanare dalla città costruita e dalle giornate di sole, dal caldo e dalle comodità, devi essere solo, e devi arrivare dove è ancora naturale il paesaggio, davanti al mare, sulla scogliera di sassi, con le onde che ti vengono contro, e il cielo nuvoloso. Qui, lontano dal mondo, dalle sue follie, dalle sue contraddizioni e dal suo ritmo caotico, ritrovi la calma, la pace e l’ottimismo nella luce del nord. Prenditi il tuo tempo, concentrati e lascia che questa immensa calma ti rassereni.
E qui, nel punto più settentrionale della Danimarca, a Helsingoer, davanti al Mar Baltico, è qui che l’ho trovata.
Stamattina, con tutto che pioveva, siamo arrivati a vedere il castello di Kronborg, a Helsingoer, dove Shakespeare ha ambientato il dramma di Amleto. La luce del nord, nonostante la pioggia e il freddo, ha reso interessante la visita. Il castello di Kronborg è stata la residenza dei reali danesi per moltissimo tempo, dal XIII secolo in poi, ed era la principale fortificazione del regno, per la posizione strategica sul mare, nel punto dove sbarcavano gli eserciti nemici.
Un’altro punto da notare è la statua del Sirenetto. La versione maschile, a dimensione naturale, della Sirenetta di Copenaghen. E fatto di metallo lucente e guarda verso il mare.
La sera siamo poi andati all’Euro Fan Café per la festa di OGAE International, organizzata questa volta articolandola in quattro piano. In due piani si ballava con la musica di due DJ, mentre al quarto piano e al terzo piano c’erano gli spazi organizzati per i talk show con gli artisti. L’intenzione era buona, e l’organizzazione di talk shows pubblici con tutti gli artisti che partecipano alla competizione può valere come risultato, anche se lo spazio dove sono state organizzate quest’anno, soprattutto per le sale da ballo, era troppo piccolo rispetto al numero di partecipanti.
Ci siamo quindi spostati all’EuroClub, dove, purtroppo, il karaoke con DQ quella sera non era previsto. Abbiamo però potuto vedere uno show case dei Pollaponk, vestiti da marinaretti colorati.
E adesso siamo pronti per la seconda semifinale.