Chiudo gli occhi, e mi tornano alla mente le parole di Conchita Wurst in una delle innumerevoli interviste dove ero presente, qui a Copenaghen. Se non fai male a nessuno, sentiti libero di fare quello che vuoi.
Apro gli occhi e fisso il muro bianco della mia stanza, a Roma, e lo sfondo del desktop del mio computer. Rasmus Seebach, con tutto quello che significa per me questo ragazzo e la sua canzone Den jeg er. La Luce del Nord che ho intravisto all’inizio del mio viaggio. E il suo sguardo sereno ha calmato la mia tempesta.
Richiudo gli occhi e vedo la Luce del Nord, quella che ho trovato davanti al Mar Baltico, a Helsingoer.
E intanto mi risuona nelle orecchie… Freedom of life, I will express my soul.
Eccola, la mia luce del nord, eccolo, il messaggio che dovevo sintetizzare, quella che venivo a rivedere dopo Malmö, l’anno scorso, quella che mi ha sfiorato a Helsingoer, quella che mi ha dato la forza di parlare e chiarire quello che era rimasto in sospeso, quella che mi da ora la forza di andare avanti, apprezzando la vita per ogni momento che mi è dato, per esprimere la mia anima.
È quello che ci ha detto Conchita, quando, sul palco di Copenaghen, si è rivolta a tutti. Questo premio è dedicato a tutti quelli che credono in un futuro di pace e libertà.
Sono tornato a casa.
(A conclusione di questo bellissimo viaggio, che mi ha permesso di vivere delle esperienze importanti anche per me, ringrazio Gianluca, sperando che la collaborazione potrà continuare anche nel futuro)