Sono passati alcuni giorni dalla finale dell’Eurovision Song Contest 2015 di Vienna, l’organizzazione della prossima edizione sarà il  compito della televisione svedese che probabilmente ripresenterà nuovamente il proprio concetto di Eurovision Song Contest: uno spettacolo con molte idee ma essenzialmente low cost: staremo a vedere quale sarà la città che ospiterà l’evento, in pole position pare che siano Göteborg e Stoccolma (con le sue mega arene), sarà un anno tranquillo per l’EBU che non dovrà preoccuparsi di eventuali boicottaggi o disastri organizzativi (magari qualcuno a Ginevra lo avrà anche pensato…).

Ma facciamo un passo indietro ed analizziamo quanto è successo a Vienna, soprattutto per i nostri colori.

Va detto che, vittoria a parte, il risultato della nostra spedizione è ampiamente positivo: 292 punti sono un risultato incredibile in un anno fortemente polarizzato e dove gran parte dei voti si è focalizzata sulle prime cinque classificate: Svezia, Russia, Italia, la sorpresa Belgio e “l’ospite” Australia. Gli ascolti televisivi sono raddoppiati, raddoppiando lo share di una rete in profonda crisi come RAI 2 in una serata in cui non si è risparmiato nella contro-programmazione: probabilmente qualcuno a RAI 1 ci butterà un’occhio su questo fenomeno.

I ragazzi de Il Volo hanno fatto un’esibizione incredibile in mezzo ad applausi e tifo da stadio per tutta la durata dell’esibizione, tifo proveniente anche dalla balaustra della “Green Room”, un vero e proprio trionfo premiato dal televoto  in cui Grande Amore si è classificato primo in 14 nazioni contro le 6 della Russia e le 3 del vincitore svedese, Måns Zelmerlöw. I voti ottenuti nel televoto da Gianluca, Ignazio e Piero rappresentano il record assoluto nella storia dell’ESC.

Eppure, alla fine, ci siamo classificati solamente terzi…

La ragione di quanto è accaduto va ricercata nel perverso sistema di votazione delle giurie, che è in vigore da qualche anno, ed adottato per cercare di arginare il voto degli immigrati (il cosiddetto diaspora voting) ed il voto di vicinato (neighbouring voting). In pratica la cosa ha funzionato parzialmente sterilizzando il primo, ma poco o nulla per il secondo caso e credo che molto poco si possa fare in proposito (spiegatemi voi come è possibile fare in modo che un cipriota non apprezzi una canzone greca… così per fare un esempio).

I cinque giurati di ogni paese (in ogni caso troppo pochi) stilano una classifica di tutte le canzoni in gara, in pratica hanno il potere di esprimere sì la preferenza (voto positivo), ma piazzando in fondo alla classifica un brano gli si dà in pratica la possibilità di votare “contro”: la giuria da sola è assolutamente in grado di invalidare la preferenza ottenuta con il televoto arrivando al paradosso che si è verificato con la giuria italiana che ha annullato completamente le preferenze ottenute dai brano albanese e da quello romeno con il televoto.

Facciamo un esempio: se in una giuria 3 giurati ritengono un brano il migliore ma due lo piazzano al 27° posto, cioè l’ultimo, il risultato sarà di 27+27+1+1+1=57 e verrà battuto magari da un pezzo che ha ottenuto per dire 5 volte l’11°posto (11+11+11+11+11=55). In pratica il voto negativo annulla gli effetti del voto positivo e viene oltretutto battuto anche da un voto neutro.

Questo è stato l’effetto che ha impedito i nostri ragazzi di agguantare la vittoria: Grande Amore è stato un brano molto apprezzato dalla maggioranza ma che aveva i suoi detrattori (già a Sanremo avevano rischiato in questo senso) in quanto un numero limitato di giurati ha posto la canzone al fondo della loro personale classifica e pertanto il risultato finale è stato irrimediabilmente compromesso.

Questo sistema in pratica privilegia le proposte pop ben fatte e di facile presa e non è esattamente il giudizio che uno si aspetterebbe da delle giurie “di qualità” (in tutta onestà riesce davvero ad essere di difficile comprensione il fatto che il vincitore abbia ottenuto il record assoluto di punti in una giuria di qualità… il brano era sicuramente carino: ma davvero è il migliore di sempre?).

La mia proposta (se posso ardire) sarebbe quella di mantenere il peso delle giurie al 50% sul televoto ma abolendo il voto “negativo” ovvero fornendo al giurato un tot di punti, mettiamo nove, da distribuire 5 al preferito, 3 al secondo ed 1 al primo,  in modo che i giurati possano solo conferire preferenze di apprezzamento e che non sia  in grado di penalizzare alcuno oltre al proprio mandato, che ricordo,  è quello di stabilire qual è la migliore canzone in concorso. La somma di questi punti formerà una classifica dalla quale si estrapoleranno i voti della giuria nazionale che andranno a sommarsi al televoto esattamente come accade oggi. Con la speranza di avere dei risultati più giusti nelle prossime edizioni.

Rimane l’amarezza per avere visto sfumare una vittoria sacrosanta ma noi, che peschiamo dal grande serbatoio della musica leggera italiana che si celebra annualmente a Sanremo, avremo certamente occasione per metterci in mostra ad ogni edizione dell’ESC.

Foto: Elena Volotova (EBU)

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