Eccoci arrivati alla prima semifinale dell’Eurovision 2016, ospitata con moderato entusiasmo dalla Televisione Svedese in stretto contatto con la Città di Stoccolma.

© Thomas Hanses (EBU)

© Thomas Hanses (EBU)

L’edizione è ricca di novità soprattutto per quanto riguarda la presentazione del risultato finale modificata dopo quarant’anni e che negli ultimi aveva mostrato criticità che i tempi televisivi odierni non consentono più. A mio personale parere è invece da rimarcare l’innalzamento della qualità delle proposte in gara:negli ultimi anni sono sparite quelle partecipazioni che sembravano più siparietti di varietà piuttosto che seri contendenti per una eventuale vittoria. I broadcaster hanno capito che se si partecipa si deve dare il meglio di se stessi pena una brutta figura continentale anzi oramai mondiale visto che anche gli Stati Uniti trasmetteranno l’evento.

Sia in questa semifinale che in quella di giovedì prossimo per forza di cose verranno eliminati dei pezzi che avrebbero meritato la gran finale e la cosa dispiacerà molto.

Si inizia con una brevissima sigla che ci porta all’interno del Globen dove Måns Zelmerlöw dimostra a tutti quanto sarebbe stata fiacca la sua esibizione senza l’ausilio di omini  proiettati in quel teleschermo che anche quest’anno sarà ampiamente sfruttato. Finisce con il cantare con un coro di bimbi proprio come fece Loreen tre anni fa a Malmö.

Ma si sa che gli Svedesi se inventano una libreria te la rifilano per quarant’anni di fila. Per rimanere nel già visto arriva la co-presentatrice Petra Mede, presentatrice unica del concorso del 2013. Dopo un breve sfoggio dell’imperscrutabile umorismo svedese e dopo un filmato che ci mostra “amenità e momenti della vita comune in Stoccolma” ci si avvia abbastanza velocemente alla presentazione dei diciotto partecipanti introdotti da delle cartoline che quest’anno sono decisamente interessanti ed incentrate totalmente sugli artisti e sui paesi da cui provengono. Scelta azzeccata direi. La grafica di presentazione dei brani è assai brutta ed invadente ed a stento si riesce a leggere il nome degli artisti ed il titolo della canzone tanto è complessa.

Nessuna bandiera in video assenza che è naturalmente compensata dalla consueta sovrabbondanza di bandiere nel parterre.

Siparietto simpatico sul gioco di parole “Europe” dal quale parte un abbozzo di The Final Countdown eseguita da un gruppo cover del gruppo Europe in voga negli anni ottanta.

Voilà il contest è ufficialmente aperto.

Le esibizioni cominciano con una dimenticabilissima Finlandia con una una terribile tutina, prosegue con una Grecia a cui non basteranno i passettini da danza popolare e la Moldavia con una canzone così così. Tutti e tre a casa.

Come se non bastasse il commento debordante dei simpatici Solibello ed Ardemagni anche per quest’anno la RAI pubblica su una sezione apposita nello schermo che quest’anno si è ulteriormente ampliata fino ad occupare circa un ottavo dello schermo. È il campionato italiano dei simpatici a tutti i costi, tanta gente vuole andare nei Paesi da dove provengono i loro beniamini ormonali, tanti espongono i peggiori prodotti della fiera del luogo comune, insomma… secondo me potrebbero essere tranquillamente eliminati.

L’ungherese da un primo strappo: voce competente e fisicità risvegliano i telespettatori a rischio di abbiocco. La croata vestita come Laura Palmer morta in Twin Peaks esegue magistralmente l’ottimo pezzo che aveva a disposizione e che aveva inutilmente messo a repentaglio con un outfit, consentitemelo, risibile. All’olandese va sicuramente la palma per la migliore presentazione: la sua esibizione era pura bellezza per gli occhi e l’interruzione finale un colpo di genio. Sarebbe interessante quanti hanno veramente seguito la canzone della statuaria Iveta per l’Armenia mentre San Marino perde l’occasione per rendere la sua canzone almeno epocale, seppur oggettivamente brutta: dove era Donna Summer? Dove era la Mirror Ball? Sarà curioso capire da dove arriverà il prossimo franchise sammarinese nel 2017. La Russia stupisce ma non incanta ed all’inizio dell’elaboratissimo brano: pare che canti davanti una staccionata e nel proseguio dell’esibizione parecchi “trucchi” non hanno funzionato granché. Ma è comunque sufficiente per impressionare ed attirare l’attenzione. La bellissima canzone e cantante ceca finalmente ottengono una qualificazione  sacrosanta nonostante i dubbi di Solibello&Ardemagni. I ciprioti sanno come ottenere una qualificazione con un pezzo rock d’effetto ed assai edulcorato. La dolcissima Zoe ottiene una scontata qualificazione messa in dubbio da molti, chissà perché… la scelta del francese ha pagato. L’Estonia paga una scelta azzardata affidata ad un novello Dexter. L’azera a contrario delle prove azzecca l’esibizione contando sul generosissimo aiuto delle sue coriste. Il Montenegro senza sorprese paga lo scotto di un brano davvero fuori posto. L’Islanda non convince con quest’esibizione un po’ oscura.

Il pastrocchio bosniaco non funziona ed Ira si qualifica con questo pezzo che realmente non riesco a farmi piacere. Il livello vocale delle esibizioni è mediamente buono, non convincono sempre le angolature e sembra che tanti effetti speciali non abbiano dato i risultati sperati, in particolare mi pare che l’esibizione russa sia stata un po’ uccisa dall’alta definizione che ha reso il tutto meno realistico.

Terminano le votazioni e si aprono le linee per il televoto dei  telespettatori che vale il 50% del totale, il risultato delle giurie è già nelle mani dell’EBU che ha passato il pomeriggio ad “investigare” circa un filmato che è stato diffuso in cui si vede la giuria russa operare in maniera non consona a quanto ci dovremmo aspettare: il risultato è che la giurata russa responsabile è stata cacciata ed il suo risultato invalidato. Credo che l’EBU dovrà prima o poi guardare dentro a queste benedette giurie ed a come lavorano e sopratutto come vengono selezionate (di solito sono amici di amici a quanto pare).

Dopo un interval act davvero poco interessante e la presentazione di un misero minutino dei  brani di Francia (stonatino), Spagna e Svezia si passa velocemente alla proclamazione dei qualificati… il pathos non è alle stelle.  A mio giudizio chi meritava si è qualificato ed in altri anni qualcuno degli eliminati non avrebbe di certo sfigurato in Finale. Repubblica Ceca dentro e Grecia fuori, entrambi per la prima volta, sono i motivi principali di interesse: una ragione in più per sostenere che non ci sono nazioni con la qualificazione in tasca ed altre a cui è preclusa: solamente per qualcuno è più facile per altri è più difficile…

Tutto sommato uno spettacolo un po’ freddino, la Svezia è abituata ad organizzare questo spettacolo ed a volte si ha la sensazione di vedere uno spettacolo di routine e la presenza di due presentatori già stranoti, seppur decisamente bravi, non aiuta.

Vedremo giovedì cosa succederà con l’esibizione di un minutino della nostra Francesca e saremo coinvolti anche noi nel televoto.

Nella conferenza post gara dei qualificati degni di nota sono l’imbarazzo di Lazarev su domande circa il rispetto dei diritti LGBT in Russia dove apprendiamo che a mosca esistono ristoranti gay (sic!) ed un giornalista azero fa un mezzo comizio a causa della esposizione della bandiera della regione contesa del Nagorno-Karaback da parte dell’armena Iveta. Ordinaria amministrazione.

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