La vittoria dell’Eurovision Song Contest 2016 da parte di Jamala, la rappresentante dell’Ucraina con il brano 1994, sta facendo scoppiare in queste ore diverse polemiche, soprattutto da parte dei rappresentanti politici russi.
Come già noto, la canzone ucraina è dedicata alla deportazione dei tatari di Crimea sotto Stalin, che ha coinvolto anche la bisnonna della cantante.
È chiaramente la Russia a esprimere il maggio dissenso. Konstantin Kosaciov ha dichiarato: “Se il festival non fosse stato politicizzato, Sergey Lazarev avrebbe sicuramente vinto il primo premio, come ha anche dimostrato il voto degli spettatori”. Il senatore ha poi affermato che l’Ucraina il prossimo anno organizzerà l’Eurovision con il denaro che non ha mai restituito alla Russia e che presumibilmente non ha.
A Kosaciov si aggiunge la voce della portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ha dichiarato: “Per vincere la prossima edizione dell’Eurovision servirà una canzone contro il presidente siriano Bashar al Assad”. (la Russia è alleata di Assad in Siria). Zakharova ha anche proposto un ritornello sarcatsico in inglese: “Assad blood, Assad worst. Give me prize, that we can host.
“Oggi anche se sei il più grande vocalista al mondo, la tua cittadinanza russa ti impedisce l’accesso al primo posto”. Questo il commento del vice premier russo della Crimea, Ruslan Balbek, e ha poi continuato: “Sembra che Jamala stia seguendo le orme della cantante Ruslana. La vittoria all’Eurovision, i balli a Maidan, l’isteria antirussa, una posizione ministeriale. In un paio d’anni nessuno si ricorderà di questa cantante”.
Ovviamente di tono diverso il commento del presidente ucraino Petro Poroshenko: “Tutta l’Ucraina ti ringrazia di cuore, Jamala.”, lodando l’artista per l’incredibile performance.
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