I riflettori dell’edizione numero sessantaquattro dell’Eurovision Song Contest sono puntati su di lui: Duncan Laurence, nome d’arte di Duncan De Moor, classe 1994, rappresentante dei Paesi Bassi. Duncan arriva da Spijkenisse, città della Greater Rotterdam Area e inizia la sua carriera musicale nella Rock Academy di Tilburg, nel sud dei Paesi Bassi, dove ha suonato in diverse school bands.
Ha partecipato alla quinta edizione di The Voice of Holland, nella squadra di Ilse Delange; un nome, quest’ultimo, assai significativo del panorama musicale Made in Holland, noto anche ai fans dell’ESC in quanto rappresentante dei Paesi Bassi a Copenaghen nel 2014 nei Common Linnets con Waylon. La loro Calm after the storm si è piazzata al secondo posto dietro a Conchita Wurst, donando ai Paesi Bassi il migliore piazzamento eurovisivo dalla loro ultima vittoria nel 1975 con i Teach-In e Ding-a-dong.
Conosciamo meglio Duncan Laurence in questa intervista.
Ciao Duncan, vuoi presentarti al pubblico italiano?
Ciao! Sono una persona che fa musica, che scrive canzoni e che suona il piano. La musica è il mio tutto, dal risveglio mattutino fino al sonno; la musica è il nutrimento della mia anima, del mio cervello e del mio cuore.
La musica, quindi, è molto importante per te.
Non saprei cosa farei se non avessi musica. Potrei provare a descrivere la sensazione con le parole, ma penso non ce la farei… è ironico vero? Un cantautore può scrivere tutte le canzoni che vuole, ma quando vuole descrivere il valore della musica nella sua vita, le parole vengono a mancare…
Cosa significa per te, partecipare all’Eurovision Song Contest?
Sono cresciuto con l’Eurovision. Lo guardavo con la mia famiglia e con i miei amici. Quando ho iniziato a studiare alla Rock Academy, guardare l’Eurovision è diventato per me un modo per vedere cosa stava succedendo musicalmente, negli altri paesi europei. Guardavo l’Eurovision per scoprire nuovi artisti da cui trarre ispirazione.
Cosa ti aspetti dalla tua partecipazione a Tel Aviv?
Saranno due settimane piene di musica, di divertimento, di nuovi incontri, di cibo meraviglioso e di passeggiate per Tel Aviv. Un viaggio emozionante, travolgente ed emozionante. Sei mesi fa ero un cantante sconosciuto, che scriveva canzoni nella mia camera da letto e ora ho l’occasione di esibirmi su di un palco di fronte a più di duecento milioni di persone, questo è sbalorditivo. Quale modo migliore per iniziare la propria carriera artistica? Mi godrò queste due settimane al massimo e farò di tutto per renderla un esperienza indimenticabile.
La tua canzone è la favorita dei bookmakers per la vittoria a Tel Aviv. Ci racconti come è nato il tuo brano, Arcade?
“Arcade” è stata scritta da me circa due anni fa, nel periodo del conservatorio, quando mi sedetti al piano e iniziai a giocherellare con accordi, parole e melodie, ripensando alla storia di una persona cara, deceduta quando ero più giovane. Una storia triste, quella di una donna che ha sempre creduto nel ritorno del proprio amato, attendendo invano, il suo ritorno, e la cui speranza è tramontata definitivamente con il suo decesso. Questa storia mi ha portato pensare che la felicità sia un qualcosa che le persone costruiscono da loro stesse. Ho tratto questa morale nei miti e nei saggi e l’ho trasformata in una canzone. Dopo aver terminato la canzone, l’ho portata ad altri cantautori e la struttura definitiva del brano si deve al produttore Wouter Hardy. Sono davvero orgoglioso del risultato e di tutti quelli che ci hanno lavorato con me. Senza di loro non avremmo raggiunto questo risultato.
Chi sono i tuoi riferimenti musicali?
In realtà ne ho diversi. Mi piace la varietà. Pertanto, ascolto un sacco di cantautori. Attualmente ascolto molto Alex Vargas, Jamie Woon, James Vincent McMorrow, Billy Locket, Troye Sivan. Il mio guilty pleasure? Ariana Grande!
Qual è la tua canzone eurovisiva preferita?
La mia canzone preferita dell’Eurovision Song Contest è “Dance You Off” di Benjamin Ingrosso. Così funky, così fresca e Benjamin è un grande artista.
Quale messaggio vuoi lanciare ai fan dell’Eurovision?
Siate sempre se stessi, non cambiate per accontentare gli altri, non lasciatevi trasportare da delusioni o da possibilità sbiadite e non sprecate i vostri sogni. Siate voi stessi e il resto arriverà.
Quali sono i tuoi piani dopo Tel Aviv?
Eurovision è l’inizio, quindi, mi auguro di viaggiare e di esibirmi in tutta l’Europa e di continuare a suonare e produrre musica e di scrivere canzoni per altri artisti, sperando altresì di realizzare un mio album.
Ringraziamo Duncan Laurence che con la sua Arcade ci racconta una storia che vuole muovere gli animi delle persone. Un brano d’atmosfera, elegante e raffinato, emozionante e coinvolgente, sicuramente d’effetto, con il quale, il giovane cantautore potrebbe riportare la vittoria nella splendida terra dei tulipani e dei mulini a vento dopo ben quarantaquattro anni.
Le premesse per un risultato eccezionale ci sono tutte. Duncan Laurence si esibirà a Tel Aviv il 16 maggio nella Seconda Semifinale, come sedicesimo concorrente.
Foto: © Paul Bellaart