La settimana eurovisiva si è ufficialmente aperta ieri sera con la cerimonia tenutasi in piazza Habima a Tel Aviv. 41 gli artisti in gara che hanno sfilato sull’Orange Carpet. Cerchiamo di esprimere le sensazioni di questo primo contatto davvero con tutti gli artisti. Qualche perplessità sull’organizzazione.

Come sempre noi di Eurofestival Italia eravamo in prima linea e in piazza Habima, come tra l’altro prescritto nelle info-press, con largo anticipo. Purtroppo si sono manifestati subito i primi dubbi sull’organizzazione generale, dal momento che tutti i giornalisti sono stati fatti entrare nelle rispettive postazioni, salvo poi un dietro-front e quindi nuova uscita, nuovo rientro e questa volta security check, visto che prima non era avvenuto. Dopo diverse ore e sotto un sole battente, troppo colpevolmente in ritardo sono giunte delle bottiglie di acqua, grazie soprattutto alla gentilissima collaborazione dei volontari (in specie il nostro che parlava anche l’italiano) che davvero sono stati a completa disposizione.

Normalmente la manifestazione inaugurale prende il nome di red carpet. Lo scorso anno, a Lisbona, in ossequio al mare e ai suoi colori, la stessa prese il nome di blue carpet: quest’anno invece, in onore dello sponsor principale e quindi del suo tipico colore arancione, la cerimonia è stata ribattezzata Orange Carpet. Quantomeno l’aspetto diventa ogni anno originale, salvo quando terminerà la gamma dei colori.

Si è andati davvero per le lunghe, troppo. Quarantuno artisti, le loro delegazioni, gli ospiti, sono davvero tanti e se già si parte in ritardo e a questo si aggiunge la maleducazione di altri colleghi (non italiani ovviamente), una location molto più piccola e contenuta rispetto agli altri anni e un’amplificazione dai volumi troppo alti, allora il tutto risulta molto stanchevole. Resta però sempre una grande emozione.

Come sempre molti cantanti si sono mostrati fin troppo disponibili, concedendosi a pose, selfie, balletti e cori di proprie o altrui canzoni, in un’atmosfera molto distesa e davvero ricolma di amicizia tra tutti, conoscenti e non. Grande calore per il nostro Alessandro Mahmood, ma questo aspetto lo esamineremo in un articolo dedicato.

Le “star” più attese si sono dedicate poco (Hatari su tutti), splendidi tutti i nostri “vicini” di casa: Jonida Maliqi (Albania), Serhat (San Marino), Michela Pace (Malta), D Mol (Montenegro), lo stesso favoritissimo Luca Hänni (Svizzera), tutti ci hanno salutato con grande calore.

Un grosso in bocca al lupo a tutti, buon Eurovision 2019!

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