Lauro De Marinis, in arte Achille Lauro, nasce a Verona ma ben presto diventa romano d’adozione. Sono infatti Roma, e i suoi quartieri degradati e periferici, ad instradarlo alla musica.
Entra a far parte del Quarto Blocco Crew, un gruppo romano di artisti emergenti dalla vita difficile, che lo ha accolto e sostenuto nei suoi primissimi progetti musicali. È affascinato dal rap e le sue produzioni, sostenute dal collettivo di artisti e produttori citato, sono disponibili gratuitamente: nasce nel 2012 “Barabba”, il suo primo mixtape, un titolo che allude al noto personaggio biblico che apre un po’ tutta la sua produzione musicale, che si fonderà su elementi e riferimenti religiosi, interpretabili però non sempre in senso ecclesiastico e migliore del termine. Il brano ha un discreto successo e allo stesso ne seguirà un secondo, dal titolo “Harvard”.
Il produttore Boss Doms lo accoglie sotto la propria ala protettiva e Lauro, che ora assume il soprannome di Achille Lauro mutuato dall’omonimo armatore napoletano, confluisce in una prima etichetta musicale, la Roccia Music, con la quale pubblica il suo primo album dal titolo “Achille Idol Immortale”, in cui collaborano artisti noti come Marracash, Noyz Narcos, Gemitaiz e Coez.
L’album riscontra un ottimo successo, soprattutto grazie al singolo “Real Royal Street Rap” e cresce sempre più per l’artista la motivazione, mentre per l’etichetta discografica l’investimento, tanto da giungere alla pubblicazione di un EP dal titolo “Young Crazy EP”.
La sua naturale prosecuzione, considerando anche la copertina, è “Dio c’è”, il secondo album di Achille Lauro, che esce nel 2015: nuovo grosso successo che non spiega però l’annuncio, da parte della Roccia Music, dell’abbandono dello stesso artista che, a questo punto, apre una propria etichetta discografica denominata No Face Agency.
Nel 2016, edito proprio dalla No Face Agency, esce il terzo album dal titolo “Ragazzi madre”, i cui brani incentrano il tema sulla vita difficile che ha segnato la vita dell’artista e di tanti sfortunati, circondati dal degrado e sostenuti dalla droga. Nel 2017 arriva il contratto con la Sony Music e iniziano collaborazioni importanti, con riferimento al genere rap e al neo coniato trap. Gli esperimenti musicali di questo artista eclettico proseguono e, dopo successi come Thoiry RMX, Achille Lauro si dedica a una nuova espressione musicale che egli stesso conia con il nome di “samba trap“, e indica come suo brano esplicativo, la sua “Amore mi”.
Sta quindi per arrivare il successo noto ai più: nel 2018 un nuovo album dal titolo “Pour l’amour”, un mix sperimentale di generi e influenze, che genera interesse e che lo porta a esibirsi per il grande pubblico al concerto del Primo Maggio, sicché arriva l’annuncio della partecipazione al Festival di Sanremo dello scorso anno, con il noto brano “Rolls Royce”.
Il brano assume una tonalità rock e si discosta da tutta la discografia sinora prodotta: nona posizione in graduatoria, ha un grande successo, da parte della critica e delle successive radio, compresa la classifica di Spotify che lo colloca in terza posizione tra i brani sanremesi più ascoltati, dietro Ultimo e Irama. Poco prima del Festival di Sanremo lo stesso aveva pubblicato anche una propria autobiografia, racchiusa in un libro dal titolo “Sono io Amleto”.
Achille Lauro si prepara ora a presentare “Me ne frego”, anticipando, sulla propria pagina Facebook, alcuni elementi che continuano a richiamare, com’è stato in tutta la sua carriera sinora, temi religiosi interpretabili, però, in altra veste. Sebbene, quindi, venga presentato il Festival in forma di versetto biblico “20.20”, con tanto di riferimento alla vita di Francesco d’Assisi, la copertina della sua pagina raffigura la propria mano in veste chiromantica, su un tavolo accanto alle classiche carte e con simboli che richiamano l’occulto e principi ben lontani dalla religione cattolica.
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