Romano classe 1957, Michele Zarrillo arriva dalla scena rock-progressive italiana, avendo militato come cantante e chitarrista nel gruppo dei Semiramis, con i quali pubblica l’album “Dedicato a Frazz” del 1973. Arriva al pop alla fine degli anni ’70, dopo aver militato, allo scioglimento dei Semiramis, in un’altra band rock-progressive, i Rovescio della medaglia.
Dopo aver pubblicato due singoli col nome di Andrea Zarrillo, il cantante vince il Festival di Castrocaro nel 1979 con la canzone “Indietro no”, con il suo vero nome e cognome, componendo una canzone per Renato Zero (“Sesso o esse”) e per Ornella Vanoni (“Ricetta di donna”, ripresa anche da Vecchioni).
Nel 1981 debutta al Festival con “Su quel pianeta libero”, che arriva ottava. La sua canzone “Una rosa blu” non arriva in finale a Sanremo nel 1982; questa tuttavia diventerà un enorme successo discografico anni dopo. Nel 1998 verrà infatti inclusa in una versione rinnovata nel cd dallo stesso titolo. Si tratta invero della ri-edizione del primo album del cantante (“Sarabanda” del 1982) con l’aggiunta del brano sanremese passato di fatto inosservato, uscito all’epoca solo su 45 giri. La canzone ha per protagonista una donna londinese, particolarmente attraente ma molto superficiale e impudica, che porta questa rosa blu tatuata sul seno. Un tema questo giudicato inutile, inefficace, nonostante un recondito ma profondo romanticismo.
Nel 1987, alla sua terza partecipazione, Zarrillo vince la categoria Nuove proposte con la canzone “La notte dei pensieri”, nonostante le due pregresse partecipazioni al Festival e quindici anni sulla scena musicale italiana. La canzone, una superballata del genere pop-adult contemporary, ottiene un significativo successo a livello commerciale, arrivando nella Top 10 della classifica dei singoli più venduti in Italia in quell’anno. “La notte dei pensieri” fu incisa solo come singolo.
L’anno dopo, 1988, Zarrillo torna al Festival con la canzone “Come un giorno di sole”, che si piazza tredicesima nella Categoria Big e che verrà inclusa nell’album “Soltanto amici” uscito sempre nel 1988. Torna a Sanremo nel 1992 con la canzone “Strade di Roma” che si piazza undicesima e che verrà inclusa nell’album “Adesso”. Nel 1994 arriva “Cinque giorni”, brano da molti indicato come il più emblematico della sua intera discografia, che arriva al quinto posto della finale sanremese e che verrà incluso nel CD “Come uomo tra gli uomini”. Il singolo arriva al quinto posto anche della classifica dei singoli più venduti in Italia; ne verrà realizzata una versione in spagnolo nel 1997 e sarà incisa anche da Fiorello e da Laura Pausini nell’album “Io canto” del 2006, nella versione italiana e in quella per i mercati discografici latino-americani. Si tratta di un “classico” della canzone italiana, che racconta le vicissitudini di un uomo che sperimenta una intensa situazione di confusione e disorientamento dopo cinque giorni, appunto, dalla fine della sua relazione sentimentale. Un testo che rivela la sensibilità e l’eleganza del cantante romano: il suo protagonista, ancora innamorato della sua ormai ex partner, non riesce a negare i propri sentimenti, né a detestare il suo passato sentimentale. Ogni tentativo di squalificare la relazione terminata appare sempre più inutile e illusorio.
Nel 1996 Zarrillo partecipa nuovamente al Festival con “L’elefante e la farfalla”, che si piazza undicesima e che verrà inclusa nell’album omonimo. L’album ripeterà il successo commerciale dell’album precedente e include anche il singolo “Non arriveranno i nostri”, con il quale parteciperà al Festivalbar.
Nel 1997 esce “L’amore vuole amore”, compilation dei suoi precedenti successi, e che include, oltre all’omonimo inedito, anche le versioni ri-arrangiate di “Una rosa blu”, di “La notte dei pensieri” e di “Su quel pianeta libero”.
Il sesto album del cantante esce nel 2000 e si intitola “Il vincitore non c’é”, album che sarà ripubblicato l’anno successivo con il brano “L’acrobata” che Zarrillo presenterà a Sanremo 2001, posizionandosi al quarto posto.
Nel 2002 esce il suo primo lavoro dal vivo intitolato “Le occasioni dell’amore”, il quale propone la registrazione dei concerti tenuti a Roma e a Firenze. Il suo settimo album “studio” vedrà la luce a fine ottobre del 2003, intitolato “Liberosentire”. A lanciare l’album fu il singolo “Un nuovo giorno”, a cui faranno seguito “Ballando nei giorni del mondo” e “Dove il mondo racconta segreti”. Si tratta del primo disco in cui Zarrillo si pone anche in veste di produttore.
Zarrillo torna a Sanremo nel 2006 con “L’alfabeto degli amanti”, che arriva secondo nella categoria “Uomini” e verrà incluso nell’album dallo stesso titolo.
Con “L’ultimo film insieme” Zarrillo partecipa a Sanremo 2008 tra i finalisti, ma non arriverà tra i primi dieci. La canzone sarà inclusa nella doppia antologia “Nel tempo e nell’amore”, che contiene i successi del cantante dal 1981 al 2008.
Zarrillo tornerà al Festival dopo 9 anni, nel 2017, dove presenterà la canzone “Mani nelle mani”, che si piazza all’undicesimo posto, e che viene inclusa nell’album “Vivere e rinascere”; quest’ultimo uscirà in due versioni: una standard e una contenente un CD di cover intitolato “Passioni”.
Artista sensibile, raffinato, straordinariamente abile nel cogliere attraverso le sue originali melodie d’autore quei potenti sentimenti comuni e quotidiani, dallo sconforto della perdita, alla speranza del ritorno, dalla convinzione di resistere, all’appagamento del ritorno e della riconciliazione, e, in tempi più recenti, ad una percepibile attenzione a tematiche sociali.
A Sanremo 2020, alla sua tredicesima partecipazione, presenterà il brano “Nell’estasi o nel fango”.
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