Nello stesso giorno dell’annuncio della cancellazione dell’Eurovision Song Contest 2020, il Presidente della NPO, la Signora Shula Rijxman, e Sietse Bakker, Produttore Esecutivo dell’evento, sono stati ospiti della trasmissione Op1.
Rijxman rivela di aver una telefonata, da parte dell’EBU in cui le veniva annunciato che l’Eurovision 2020 era stato annullato.
“Letteralmente, se ricordo bene, alle due e un quarto, ho ricevuto una chiamata dall’EBU in cui hanno annunciato ufficialmente che non volevano continuare con l’Eurovision quest’anno. La decisione è stata presa esclusivamente dai dirigenti dall’EBU, come è corretto in casi del genere, senza consultarsi al riguardo con le emittenti organizzative.”
Infine ha rivelato che, in realtà, non è stata una sorpresa per le emittenti organizzative NPO, NOS e AVROTROS.
“Delle orribili conseguenze che il Coronavirus avrebbe avuto, ovviamente ci stavamo già pensando e ne stavamo discutendo con la squadra. E in effetti, negli ultimi due giorni il processo di cancellazione è stato accelerato dall’EBU. Avevano programmato di aggiornarci telefonicamente per la fine di questa settimana, ma il tutto è stato anticipato. Nelle ultime 24/36 ore, il processo si è ulteriormente velocizzato.”
“Le restrizioni sono aumentate lo scorso fine settimana. Sono anche aumentate in diversi paesi. E lentamente ma con certezza, penso che fosse sotto gli occhi di tutti, anche perché negli appuntamenti precedenti, come ad esempio, nel meeting dei capidelegazione a Rotterdam, alcuni paesi non erano presenti dal vivo, ma solo in collegamento video. Si notava che le persone erano preoccupate.”
Le diverse opzioni dell’EBU discusse in precedenza, come un Eurovision senza pubblico o con collegamenti streaming, non erano ragionevoli.
“Oltre ai rischi, non credo fosse ciò che desideravamo. L’Eurovision Song Contest è davvero una festa musicale che vive nei Paesi Bassi, con un’arena esaurita, per la quale le persone hanno acquistato i biglietti”.
Anche il produttore esecutivo Sietse Bakker, tenendo conto delle restrizioni ai viaggi, ha iniziato a perdere la speranza rispetto allo svolgimento dell’Eurovision 2020 a Rotterdam.
“Come ha detto Shula, negli ultimi giorni è diventato sempre più chiaro che non era più sostenibile. L’EBU ovviamente prende atto della situazione nei Paesi Bassi, ma osserva anche la situazione negli altri 41 paesi partecipanti. Ci sarebbero state migliaia di persone che avrebbero viaggiato, che avrebbero sostato in posti diversi, artisti da tutto il mondo. Questo non era più sostenibile a un certo punto. Tutto ciò è triste. C’è una squadra che ha lavorato molto duramente per mesi, per regalare un fantastico biglietto da visita dei Paesi Bassi.”
Il momento più difficile, ovviamente, è stato comunicare al team di NPO, NOS e AVROTROS che l’evento era stato cancellato.
“È stato un momento triste, perché un sogno stava svanendo. All’improvviso ci ferma, dopo che molte persone hanno lavorato molto duramente.”
Bisogna, però anche dire che rispetto a tutto il dolore che il COVID-19 sta causando, la cancellazione dell’Eurovision 2020 è solo un piccolo dramma.”