Il 2020 volge ormai al termine. L’edizione dell’Eurovision Song Contest è stata annullata, come noto, e tutti siamo ormai proiettati verso quella del 2021. Anche il marketing a tema pensa al futuro, distinguendosi con la consueta originalità.
Come ogni anno, anche Rotterdam 2020 aveva visto una copiosa produzione di gadget dedicati, di fatto divenuti poi cimeli inutilizzati.
Per la nuova stagione eurovisiva, città ospitante, logo e motto resteranno gli stessi dell’anno Covid, ma dal momento che nessuno si augura un 2020 bis, né vi è alcuna intenzione di sostituire un’edizione che nonostante l’inconvenzionalità dei modi si è comunque svolta, gli esperti del merchandise hanno trovato la soluzione onomastica perfetta per sottolineare comunque il sottile ma indiscutibile legame tra le due edizioni: 202ONE.
La capacità di iconografare la contingenza storica, sintetizzando due anni in un unico slogan, è superlativa. Sul sito ufficiale del merchandise dell’Eurovision campeggia la nuova t-shirt in edizione limitata, che consegnerà degnamente alla storia la peculiare e irripetibile – si spera – “doppia edizione” di Rotterdam.
Non si tratta di un modo per riutilizzare un logo e uno slogan, ma di una trovata che trasforma il vecchio per farne qualcosa di nuovo – qualcosa che, pur conservando in sé il germe del passato, rappresenta una realtà diversa: il 2020 diventa, non solo temporalmente, ma anche concettualmente, 2021.
L’Eurovision Song Contest ancora una volta dimostra di essere una manifestazione musicale che brilla non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche e soprattutto da quello creativo. È innovativa in tutto, nel modo di presentare gli artisti sul palco, nella scenografia, nella modalità di voto, nella sua capacità di avvicinare le persone alla musica trascendendo i confini geografici. E tanta genialità ha una sola spiegazione: la condivisione delle forze, l’unione di paesi e di culture che di concerto realizzano una manifestazione musicale unica e ineguagliabile. La sintesi delle culture porta a risultati eccezionali, perché la diversità arricchisce – sempre.