Non c’è solo il problema “Bielorussia”, per cui si attendono le decisioni dell’emittente BTRC, che sta toccando l’Eurovision Song Contest 2021. Altre due nazioni, Russia e Macedonia del Nord, in queste ore, stanno affrontando alcune difficoltà legate alla loro partecipazione.
Il quotidiano britannico The Guardian, ha affermato che il comitato investigativo russo, che indaga sui crimini più gravi in Russia, ha ricevuto richieste relative alla canzone di Manizha, “Russian Woman“ per “possibili dichiarazioni illegali”. In particolare, le critiche arriverebbero dall’Unione Russa delle Donne Ortodosse, che chiedono che Manizha non rappresenti la Russia all’Eurovision, in quanto il testo inciterebbe “all’odio verso gli uomini, minando le fondamenta di una famiglia tradizionale”.
Inoltre, Veteranskie Vesti, un sito dedicato ai veterani di guerra, ha pubblicato una lettera aperta al capo del comitato investigativo, Alexander Bastrykin, chiedendogli di avviare un procedimento penale per la canzone dichiarata “offensiva per le donne russe e dannosa per la solidarietà nazionale”.
La questione si è conclusa con la comunicazione dell’agenzia di stampa nazionale di proprietà statale RIA Novosti che ha riferito che secondo le autorità, non sono state trovate dichiarazioni illegali nella canzone di Manizha.
Manizha, subito dopo la vittoria della selezione russa, è stata oggetto di numerose critiche per i valori “anti-russi” tra cui la promozione dei diritti delle donne e il sostegno alla comunità LGBT. Critiche che si vanno ad aggiungere ad offese misogine e xenofobe che definirebbero la cantante “non russa”, perché nata in Tagikistan, e addirittura “non appartenente alla razza umana”.
Dalla Russia ci spostiamo in Macedonia del Nord, dove l’emittente MRT ha dichiarato di stare rivalutando la propria partecipazione all’Eurovision Song Contest 2021.
Il capo della delegazione macedone, Meri Popova ha rilasciato una dichiarazione per conto dell’emittente, in cui si legge:
Macedonian Radio Television (MRT) ha istituito una commissione interna, per rivedere e analizzare tutti gli aspetti delle reazioni del pubblico relative all’Eurovision Song Contest. L’emittente di servizio pubblico terrà conto anche degli obblighi in quanto paese partecipante, nonché membro attivo della rete di trasmissione europea, dove MRT è parte integrante dell’associazione di servizio pubblico nell’Unione europea. Il pubblico verrà informato della decisione finale di MRT.
Tutto nasce dalla petizione lanciata alcuni giorni fa, in cui si chiede che Vasil Garvanliev non rappresenti il suo paese al prossimo Eurovision Song Contest, con il brano “Here I Stand“. Il motivo principale alla base della richiesta di squalifica di Vasil è il presunto riferimento ai colori della bandiera bulgara in un’opera d’arte presente in una prima versione del video. La delegazione macedone ha successivamente pubblicato un nuovo video, eliminando le immagini incriminate.
Lo stesso Vasil ha commentato la questione, affermando:
Voglio cogliere l’occasione per ringraziare l’Europa e il mondo per la sorprendente risposta, reazioni, messaggi, amore e sostegno.
Purtroppo lo scorso fine settimana le cose hanno preso un’altra direzione nella mia bella Macedonia e abbiamo dovuto rimuovere e caricare di nuovo il video. (A causa di una errata interpretazione di un pezzo d’arte triptico sul muro)
Sono un ambasciatore musicale, e nella musica non c’è religione, politica, orientamento, razza o colore. Non avevo assolutamente nessuna intenzione di ferire nessuno. Proprio il contrario!
Sono così orgoglioso di questo progetto che non solo mi incarna, ma anche il mio paese e la mia cultura – musicisti e artisti presenti in galleria.
Non mi scuso per essere me stesso. Non lo farò mai – non avevo scelta in questo. Comunque, se ho fatto del male a QUALCUNO in QUALCHE MODO, dal profondo del mio cuore… Mi dispiace. Perdonami.
Alla base della polemica ci sono i rapporti problematici tra Macedonia del Nord e Bulgaria. Nel Consiglio degli Affari Esteri UE, la Bulgaria ha, infatti, posto il veto all’integrazione in UE della Macedonia. Il governo di Sofia contesta l’identità macedone, e vuole che Skopje riconosca che la propria lingua e cultura siano in realtà di origini bulgare.