Ci ha lasciato uno degli artisti più importanti del panorama discografico, e non solo, nazionale. Cantautore, autore e compositore, Franco Battiato (Francesco Battiato era il suo vero nome), si é sempre distinto per uno stile caratterizzato da originalità ed eclettismo, spaziando dal pop dell’inizi di carriera, all’avanguardia, al rock progressivo, al pop d’autore, con produzioni anche di musica etnica ed elettronica, nonché inerenti l’opera lirica.
Forte di un considerevole e costante successo di critica e pubblico, Battiato ha spesso collaborato nella sua carriera con il compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra Giusto Pio e con il filosofo, scrittore, paroliere e cantautore Manlio Sgalambro, con cui scrisse molti dei suoi successi.
Nel settembre del 1981 la pubblicazione de “La voce del padrone”, tutt’oggi considerato un album essenziale nella storia della discografia italiana e uno dei più importanti della discografia dell’artista. Record di vendite in Italia (fu infatti il primo long-playing a superare il milione di copie vendute nel nostro paese), l’album rimase al top delle classifiche italiane per oltre quattro mesi tra il 1981 e il 1982. Canzoni come “Centro di gravità permanente“, “Bandiera bianca” e “Cuccurucucù“ hanno caratterizzato il periodo, con melodie e sonorità tipiche di inizi anni ottanta e liriche con numerosi richiami e citazioni dalla letteratura alla musica italiana e internazionale.
Il nome di Battiato é anche legato alla storia dell’Eurovision Song Contest. Partecipò, infatti, con Alice nel 1984 al Grand Théâtre de Luxembourg con la celeberrima “I treni di Tozeur”. Selezionati internamente dalla RAI per l’edizione numero ventinove dell’ESC, Battiato e Alice presentarono un brano raffinatissimo, con elementi synth-pop e lirici, che sarà successivamente incluso nel suo album “Mondi lontanissimi” del 1985, con voce solista. La canzone arrivò quinta con settanta punti in totale (e con due “douze points” dalla Spagna e dalla Finlandia, e un “10 points” dal Lussemburgo”), ma ottenne un incredibile successo internazionale, piazzandosi nella Top 20 dei Paesi Bassi, in Svizzera e anche nella classifica belga, raggiungendo il numero 1 in Italia e diventando uno dei singoli più venduti dell’anno.
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Della canzone furono realizzate una versione in inglese (“The train of Tozeur”) e una in spagnolo (“Los trenes de Tozeur”), ma la versione originale italiana continua ancora a toccare i cuori dei fans dell’Eurovision Song Contest e risulta tuttora una delle canzoni italiane eurovisive più apprezzate da fans e addetti ai lavori, nonché una delle canzoni più importanti e rappresentative dell’intera storia del concorso.
Tozeur é una cittadina della Tunisia, un’oasi nel deserto, circondata da un lago salato i cui vapori creano miraggi per i viaggiatori, che sono appunto immaginati come treni all’orizzonte.