Qualche settimana fa avevamo dato notizia dell’iniziativa dei Commercianti di Torino che avrebbero voluto organizzare una serie di mini concerti nei locali cittadini, come eventi collaterali all’Eurovision Song Contest 2022.

Lo scoglio più grande che avrebbe potuto impedire lo svolgersi dei concerti era nel volume troppo alto della musica amplificata, che supera i tetti di decibel previsti dal regolamento sul livello acustico. Proprio questo aspetto, unito all’iter autorizzativo troppo complesso, avrebbe messo in stand by l’iniziativa dei commercianti.

Aspettando Eurovision

Il programma di “Aspettando Eurovision”, vorrebbe sfruttare la scia dell’Eurovision Song Contest a Torino, estendendone i benefici su più giorni, indipendentemente dalle serate di gala al Palaolimpico

Data l’impossibilità di prevedere eventi musicali amplificati nei dehors, la mediazione sembrava potesse essere quella di svolgere i concerti in acustico, ma anche in questo caso sarebbe necessaria una deroga al regolamento sulle emissioni sonore, da valutare caso per caso. 

Come riporta La Stampa, gli esercenti sarebbero delusi dall’aspetto burocratico che starebbe bloccando la loro iniziativa. Fulvio Griffa, presidente del Coordinamento delle associazioni di via del centro afferma:

L’idea di proporre un insieme di iniziative era partita un mese fa, quando abbiamo avviato i primi colloqui con l’amministrazione. La volontà era rendere partecipe la città all’Eurovision, avevamo messo insieme numeri importanti: una settantina di locali per 180 micro eventi pagati da noi, con un investimento di 50 mila euro.

Un lavoro portato avanti nelle scorse settimane dalle singole attività, contattando artisti e musicisti locali per definire il programma, degli spettacoli che sarebbero terminati entro le 22 nelle aree della movida torinese ed entro la mezzanotte nelle altre.

Griffa continua:

Soltanto una settimana fa abbiamo ricevuto un modulo dal Comune in cui si chiedevano la planimetria di ogni locale e il numero dei musicisti, a così pochi giorni dall’evento la cosa non era più gestibile. Peccato, avevamo mobilitato tante persone dal basso, non si è colta la voglia di fare degli operatori della città.

Il Comune al lavoro per risolvere la questione

Un altro articolo del quotidiano piemontese, ci informa che il Comune di Torino avrebbe fatto retromarcia sulle singole richieste dei proprietari dei locali e che potrebbe essere sufficiente un’unica domanda presentata dai rappresentanti di categoria.

L’assessora all’Ambiente, Chiara Foglietta, sulla questione ha dichiarato:

Saranno settimane importanti per la ripresa del commercio e della ricettività in città e stiamo lavorando con tutta la giunta per trovare soluzioni alle richieste dei commercianti. A quanto ci risulta gli uffici avevano già comunicato agli esercenti la soluzione di un’unica domanda complessiva per tutti gli eventi, fatta dalle associazioni di categoria. Se questa opzione si rivelasse tecnicamente non percorribile, vaglieremo altre vie compatibili con i regolamenti vigenti.

Dichiarazioni simili anche da parte dell’assessore ai Grandi Eventi, Mimmo Carretta:

È nostra priorità fare qualcosa per risolvere la situazione. Da anni esiste una normativa che giustamente viene fatta rispettare, ma proviamo a capire se ci sono soluzioni per adattarla alla realtà che vogliamo mettere in campo. È un ragionamento che deve valere non soltanto per questo avvenimento specifico, ma per tutti quelli che verranno.

Le parole del Sindaco di Torino

Sulla questione è intervenuto anche il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, così come sulla richiesta di prolungamento dei dehors gratuiti. Torinoggi, spiega:

Stiamo lavorando alacremente perché Eurovision possa essere condiviso da tutta la città, sia con i concerti nei locali che per gli eventi al Valentino. I nostri uffici sono al lavoro per trovare una soluzione e sono fiducioso che si possa trovare una soluzione.

L’abolizione della tassa per occupazione di luogo pubblico per i dehors sono stati ristorati con i contributi governativi. È un gettito, però, che il Comune non può permettersi di perdere senza un contributo che arrivi dal governo o dalla Regione stessa. Di certo non c’è una volontà punitiva da parte dell’amministrazione in questo senso.