Non si ferma la polemica sui risultati del televoto, che ha visto trionfare Israele, dell’Eurovision Song Contest 2025.
Dopo diverse emittenti, dd intervenire nell’argomento è San Marino RTV, nella persona di Roberto Sergio, Direttore Generale dell’emittente, che ha manifestato la sua insoddisfazione riguardo al sistema di voto dell’Eurovision Song Contest.
In un’intervista, ha espresso preoccupazione per il televoto, aggiungendo che alcuni punteggi, sia zero che molto alti, non sono assegnati per la qualità dell’esibizione, ma piuttosto per molte ragioni casuali. Inoltre, ha sollevato dubbi sul voto della giuria, sottolineando che il sistema attuale potrebbe penalizzare paesi piccoli come come San Marino.
Il meccanismo non funziona. Non funziona da un lato perché il televoto evidentemente ha dei condizionamenti che vanno oltre quello che è la canzone ascoltata. Ripeto, ci sono degli zero, piuttosto che dei numeri incredibili, che non vengono assegnati per la qualità della performance della canzone, ma per i più svariati motivi. Ma quello che è ancora più grave è l’assenza di considerazione e di serietà da parte delle giurie. Queste giurie, che non si sa mai da chi sono state scelte, con quali nominativi e con quali competenze rispetto alla musica, hanno dato dei voti che sono veramente vergognosi.
Da segnalare che i giurati vengono scelti dalle stesse emittenti e che i nomi vengono resi pubblici subito dopo la fine del contest.
Il segretario al Turismo, Federico Pedini Amati, ha poi lanciato un appello all’European Broadcasting Union (EBU):
Quello che vorremmo dire all’EBU è che non vorremmo continuare a essere penalizzati solo perché siamo un piccolo Stato. Questo non è giusto. Noi ci prepariamo, portiamo artisti di altissimo livello. Siamo uno Stato al pari dei più grandi Stati.
Spagna: il commento del Presidente di RTVE sul televoto di Eurovision 2025
José Pablo López, Presidente di RTVE, nell’ambito di una conferenza stampa sulle novità del Benidorm Fest 2026, ha espresso preoccupazione per il sistema di televoto dell’Eurovision, suggerendo una revisione del peso attribuito al voto del pubblico.
In una nota di RTVE si legge:
L’intrattenimento non è un’occasione per l’irresponsabilità e l’indifferenza. Credo che questo sia un punto di partenza interessante per inquadrare il dibattito su quanto accaduto all’Eurovision. La posizione di RTVE ha, per la prima volta negli ultimi anni, prodotto un movimento all’interno dell’EBU che ritengo utile.
Ciò si è concretizzato in una lettera del direttore del festival, Martin Green, lunedì scorso, nella quale, in base alle richieste di RTVE, ha iniziato ad aprire una discussione congiunta sulla partecipazione di Israele, ad attuare una riforma concordata del sistema di voto e televoto, ad avere un audit esterno indipendente, ad adottare misure più severe contro le interferenze esterne durante il festival e, infine, ad assicurare sufficienti garanzie di indipendenza del festival dai suoi sponsor.
Secondo Lopez, l’EBU non ha gestito adeguatamente la questione e ha espresso fiducia nel fatto che “tutti i paesi dell’EBU possano adottare congiuntamente le misure necessarie”.
Slovenia: RTVSLO richiede un audit indipendente del televoto
Torna di nuovo sull’argomento anche RTVSLO, l’emittente nazionale slovena, che ha richiesto un revisione indipendente del voto pubblico degli ultimi due Eurovision Song Contest.
In una lettera inviata al Reference Group, Ksenija Horvat, Direttrice della RTVSLO, ha ufficialmente richiesto “informazioni complete sul processo di televoto all’Eurovision Song Contest, in particolare per quanto riguarda le esibizioni del 2023, 2024 e 2025”. Inoltre, RTVSLO ha sollecitato un audit forense indipendente dei risultati del voto pubblico degli ultimi due anni e ha chiesto che i risultati dell’audit siano presentati pubblicamente.
La nostra preoccupazione deriva dalle apparenti irregolarità statistiche osservate nei modelli di voto per l’Eurovision 2025, che – come nel 2024 – mettono seriamente in dubbio l’integrità del televoto. Senza un accesso trasparente ai dati di voto, le affermazioni dell’EBU o dei suoi operatori secondo cui il voto era “valido” non fanno che aumentare i dubbi sul fatto che i risultati pubblicati possano non riflettere le reali preferenze degli spettatori.
Horvat ha sottolineato che i membri dell’EBU sono istituzioni mediatiche pubbliche il cui compito principale è servire l’interesse pubblico.
Quando la riservatezza commerciale e la responsabilità pubblica entrano in conflitto, qualsiasi omissione di informazioni deve essere chiaramente giustificata e dimostrabile. Inoltre, gli spettatori pagano per esprimere il proprio voto nell’aspettativa di un processo equo e trasparente, e hanno quindi diritto a informazioni pertinenti, soprattutto quando sorgono seri dubbi sull’integrità del sistema.
Nel caso l’EBU non fosse disposta a condividere alcuna delle informazioni richieste perché sono riservate o perché la loro divulgazione danneggerebbe gli interessi commerciali, Horvat si aspetta “una spiegazione di come la divulgazione potrebbe danneggiare significativamente l’EBU, l’ESC o i suoi fornitori di servizi e perché tale danno sarebbe più grave di quello causato dalla mancanza di trasparenza”.