In un’intervista al sito ESCDaily.com, Il supervisore dell’Eurovision Song Contest, Sietse Bakker, ha affermato che l’European Broadcasting Union è preoccupata per il fatto che molti paesi si siano ritirati dal concorso.

Bakker ha anche aggiunto che l’EBU sta ancora trattando per avere alcuni di questi paesi in concorso, anche se il primo termine per l’iscrizione è già scaduto.

La lista provvisoria comprende 37 paesi partecipanti all’ESC 2014. Se il Portogallo e la Bosnia e Erzegovina hanno deciso di rientrare in concorso, Bulgaria, Croazia, Cipro e Serbia hanno deciso di ritirarsi a causa di problemi finanziari. Il numero di paesi potrebbe scendere a 35 se anche Grecia (a cui è stata concessa una proroga) e Slovenia (iscritta con riserva) decidessero di ritirarsi.

Bakker afferma che questi ritiri sono causati dall’impatto della crisi finanziaria sulle emittenti pubbliche e che l’EBU si preoccupa nel momento in cui le emittenti non riescono a partecipare a causa di restrizioni finanziarie. Ma allo stesso tempo viene messo molto impegno per cercare di riportare in gara le emittenti televisive. Il supervisore del concorso continua dicendo che questo sforzo potrebbe non essere visibile, ma dietro le quinte c’è un’attività intensa in questo senso.

Questi sforzi portano ad una una certa flessibilità da parte dell’EBU. Infatti, sebbene sia scaduto il termine per iscriversi all’edizione 2014 dell’ESC, paesi come Cipro, Serbia e Polonia hanno ancora la possibilità di cambiare idea. La Polonia non si è iscritta ufficialmente, ma il paese ha rinviato la propria decisione e oggi avrebbe già dovuto dare una risposta più certa.

Sietse Bakker spiega che l’EBU sta usando tutto il tempo utile da qui all’inizio di gennaio, quando verrà reso noto l’elenco completo dei partecipanti, per tentare di trovare possibili soluzioni per avere il maggior numero di paesi all’ESC 2014. Questo è il motivo per cui c’è un divario di circa sei settimane tra la scadenza per l’iscrizione e l’annuncio della lista completa dei partecipanti.

Il ritiro che ha riscosso maggiore eco è quello della Serbia tanto che è nata una petizione su Facebook per chiedere alla TV serba RTS di rivedere la sua decisione. Bakker si dice contento di vedere un ampio sostegno pubblico per la partecipazione all’Eurovision Song Contest della Serbia. Ma allo stesso tempo, le emittenti che affrontano difficoltà finanziarie hanno a che fare con quel tipo di realtà, e di conseguenza anche l’EBU.

Un’opzione per l’Unione Europea di Radiodiffusione sarebbe quella di abbassare la quota di partecipazione per ogni paese che prende parte al concorso, soprattutto in un momento di crisi finanziaria globale, come questo.

A tal proposito Sietse Bakker afferma che la quota di partecipazione, nella maggior parte dei paesi, è una parte relativamente modesta del costo totale di partecipazione. Le spese di viaggio e le spese legate all’esibizione spesso vanno a comporre una gran parte del costo. Quindi, abbassando le quote di partecipazione non si risolverebbe il problema. Inoltre, abbassando le quote di partecipazione aumenterebbe la pressione finanziaria sulla TV organizzatrice, che sta già affrontando una gran parte deil costi. Sono stati già compiuto sforzi per ridurre i costi per le delegazioni, accorciando il periodo di prove, diminuendo gli incontri dei capi delegazioni e dmettendo più impegno nel negoziare tariffe alberghiere a prezzi accessibili.

La Bulgaria è stata l’unico paese che ha esplicitamente menzionato la quota di partecipazione come motivo del ritiro, mentre la Serbia è concentrata sulle spese alberghiere. Altri paesi non hanno specificato ulteriormente le loro motivazioni.

A questo punto, è ragionevole pensare a una semifinale con soli 15 paesi. Il numero di paesi qualificati (10) non verrà modificato dall’EBU però nel caso in cui dovessero esserci meno di 14 paesi in ogni semifinale, bisognerebbe prendere in considerazione l’idea di modificare il regolamento. Tale decisione dovrà essere presa dal Gruppo di riferimento.

Bakker continua ricordando che negli anni, ci sono state edizioni dell’Eurovision Song Contest con soli 7 paesi, ma anche con 43. Se la realtà dovesse costringere l’EBU ad adeguare le norme al numero dei paesi partecipanti, bisognerà intervenire. Detto questo, è importante sottolineare che l’EBU crede, e punta, ad un Eurovision Song Contest in cui tutta l’Europa partecipi.

L’intervista termina affrontando il tema della Turchia che si è ritirata dal concorso per motivi completamente diversi e cioè perché insoddisfatti del sistema di voto che vede un ugual peso, al 50%, dei voti di giuria e del televoto, è, inoltre, per l’accesso di diritto dei BIG 5 in Finale. Rispetto alla possibilità che l’EBU cambi tale norma, Bakker risponde che si stanno valutando diverse opzioni, tutte con i loro pro e contro. Al momento, non vi è alcuna necessità di prendere in considerazione queste opzioni, e per il 2014 e il 2015 ci si concentrerà su come aumentare il numero di paesi partecipanti.