“Forse lo finirò…” è più o meno quello che ci ha risposto quando le abbiamo chiesto di scrivere un pezzo per i dieci anni del nostro sito. Si tratta di Erika Ladu (in arte Lirin) blogger, insieme a Matteo Manta, di 12Points4Sweden. Insieme a Stefano Porciani, è stata una delle primissime a scoprire questo sito (e in passato vi ha anche collaborato), ma soprattutto il nostro forum, dove lei è ancora protagonista con la sua pungente ironia. Nel 2011 ha fatto parte della delegazione di San Marino che, in quell’anno, era rappresentato da Senit e nel 2013 e 2014 ha seguito l’Eurovision Song Contest dal vivo come addetta stampa del suo blog.
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Il mio primo contatto con l’Eurovision risale al luglio del 2006 ed è avvenuto totalmente per caso. Avevo da poco scoperto la bellezza della lingua ebraica e volevo ascoltare più canzoni in questa lingua, così decisi di fare una rapida ricerca su eMule (shhh, non ditelo in giro) e per sbaglio inserii come chiave di ricerca il termine Israeli anziché hebrew. L’unico risultato fu Sameach, la canzone che rappresentò Israele nel 2000 (e che nel file era indicata erroneamente come la rappresentante israeliana del 2001). Amai la canzone immediatamente, come potevo non ricercare più informazioni su questo ignoto Eurovision Song Contest?
E così scoprii che era una gara musicale (Yay, musica!) tra nazioni europee (Yay, geografia! Yay, bandiere!) e alcune nazioni cantavano nella propria lingua (Yyay, lingue straniere!), praticamente un riassunto di ciò che mi piaceva.
Cominciai così ad ascoltare le canzoni dell’edizione 2006, amando immediatamente I do di Fabrizio Faniello e rimanendoci MALISSIMO nello scoprire la sua posizione in classifica. L’amare canzoni che tendono ad arrivare ultime è una caratteristica che mi accompagna da allora. Anche quella di apprezzare canzoni discutibili, in effetti.
Ovviamente iniziai a dare la caccia a siti utili, e presto mi ritrovai davanti la lista dei partecipanti al Melodifestival svedese. C’erano i The Ark, gruppo che adoravo e… potevo ignorare gli altri 31 partecipanti? Ovviamente no. Quindi eccomi trascinata nel vortice Melodifestivalen. Ricordo che il giorno della finale leggendo le news pensavo “ah, spero vincano i The Ark, ma se loro non vincono allora spero sia Mans Coso”. La mia mente ingenua ancora non sapeva che non solo avrei imparato a scrivere Måns Zelmerlöw in scioltezza anche a occhi chiusi (e probabilmente riuscirei a scriverlo con le mani dietro la schiena sbattendo il naso sulla tastiera, non ci ho mai provato, ma…) ma avrei anche iniziato a studiare lo svedese. E ad avere un’insana passione per la Svezia, temo la situazione mi sia un po’ sfuggita di mano, ma I REGRET NOTHING.
Arrivò maggio e mi ritrovai in salotto con il PC portatile, seduta per terra a guardare l’evento via satellite sulla TV romena per la semi e su quella spagnola per la finale. La mia top 10 si schiantò in semifinale come nulla, e la canzone vincitrice mi deluse assai, ma era chiaro che il mio era un amore destinato a durare (e i miei gusti musicali destinati a peggiorare).
Quello stesso anno partecipava all’Eurovision Roberto Meloni, un cantante sardo espatriato in Lettonia. I giornali locali parlarono di lui e io saltellavo contenta perché leggere di Eurovision su un giornale non era cosa da tutti i giorni.
La fine del 2007 (il 31 dicembre, per la precisione) vide la nascita di 12 Points 4 Sweden!, il mio blog (in collaborazione con Matt, che è stato tirato dentro la passione eurovisiva ma va detto che non ha opposto particolare resistenza) e che come si nota dal nome è vagamente filosvedese. Vagamente. È nato con lo scopo di dare informazioni ma senza essere troppo seri, perché l’ESC è comunque un grande gioco e non c’è veramente bisogno di essere troppo seri. Sarcastici, ironici e forse un pochino critici sì.
Un po’ di tempo dopo scoprii anche il sito che ospita questo articolo e il suo meraviglioso forum, che era ancora poco frequentato ma la situazione sarebbe cambiata presto, con un gruppo di utenti fedelissimi.
Nel 2008 partecipava Paolo Meneguzzi per la Svizzera. Essendo un nome famoso in Italia l’esistenza dell’Eurovision non era più un mistero impenetrabile (ricordo un accenno su Topolino e un articolo su Vanity Fair), ma restava comunque di nicchia.
Il 2008 è importante anche perché con 43 nazioni segnò il record di partecipanti e oh, vide l’esordio di San Marino (*inserire dell’entusiasmo per i microstati qui*), con i MiOdio e la loro Complice (*inserire oh, ok qui*). Il blog registrava più visite del previsto, sicuramente l’intervista ad Ani Lorak contribuì parecchio ma le chiavi di ricerca indicavano ricerche fatte da italiani, che cercavano informazioni su questo o quel cantante. E foto dei Lordi senza maschera, ma questa è un’altra storia.
Nel 2009 non partecipò nessun famoso in Italia, nessun italiano, San Marino si ritirò. Eppure l’interesse in Italia era ancora esistente, a dar retta alle chiavi di ricerca registrate dal blog: per la prima volta introducemmo le traduzioni dei testi da qualsivoglia lingua all’italiano, e arrivarono visite da italiani che cercavano traduzioni o informazioni in generale.
L’anno della svolta è il 2011, sia per me che per l’Eurovision in Italia. Per la seconda parte sapete tutti perché, per la prima… beh, ho realizzato il sogno di un qualsiasi fan: andare all’Eurovision come membro di un team (nello specifico quello sammarinese). È stato istruttivo vedere come funzionano le cose per gli addetti ai lavori, emozionante sfilare sul redcarpet circondati da fan urlanti, ascoltare il discorso di benvenuto… Quindi per me il ritorno dell’Italia è passato un po’ in secondo piano, chiedo scusa.
Nel 2011 ho anche scoperto il mio nuovo sport preferito, sport che mi ha accompagnata anche nel 2013: arraffare quanti più cd promo possibili. Questo sport viene preso troppo sul serio da alcuni fan, non avevo mai visto gente spintonarsi furiosamente per mettere le mani su un cd promo della Bielorussia, e ora che l’ho visto stento comunque a crederci.
Ho fatto anche un’altra scoperta: una volta assaggiato l’ESC in loco diventa difficilissimo rendersi conto che l’anno successivo non ci si può andare. Il 2012 è stato un po’ così, con del vago disinteresse e della vaga irritazione perché dovevo leggere i report e guardare foto senza essere lì. Non che non abbia fangirlato pesantemente da sola nel salotto di casa, capiamoci. Però mancava qualcosa.
Quindi nel 2013 dovevo esserci. Con la scusa della laurea e di dovermi regalare qualcosa di memorabile ho deciso di andare a Malmö, che poi era anche adatto perché potrei o potrei non aver parlato di Eurovision nella tesi. Sì, ho parlato di Eurovision e no, non è stato un breve accenno tanto per. È stata proprio una parte importante. Ma d’altronde era una tesi sui rapporti tra Armenia e Azerbaijan e le ripercussioni sui media, come fai a non parlare di Eurovision? Il relatore nell’introdurmi ha detto che si vedeva che la tesi era stata scritta con passione, e mia madre alla fine della discussione mi ha detto “per un attimo quando hai parlato di musica ho pensato ti mettessi a parlare di Eurofestival”. Pfui. Chi, io?
Il 2013 è stato naturalmente magnifico, Martin Rolinski in sala stampa ha apprezzato la canzone italiana (beh, era lì, come si fa a non farsi fotografare con lui?) e in generale ho visto che Mengoni era molto apprezzato.
Ovviamente la cosa più importante del 2013 è stata che Carola ha deciso di abbracciarmi e mi ci è voluta mezz’ora per riprendermi, è stato un episodio fantastico, ho praticamente il portone del Paradiso spalancato.
Considerando il trend degli ultimi anni direi che il contest in Italia sta crescendo, lentamente ma costantemente; lo scegliere cantanti noti aiuta decisamente, certo, non tutti i suoi fan seguiranno l’ESC l’anno successivo, ma anche creare interesse in una piccola parte è un passo avanti.
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