Dopo tanto tempo che sognavo di venirla a vedere dal vivo, quest’isola in mezzo al Mediterraneo, finalmente, per il fatto del Junior Eurovision Song Contest, trovo l’occasione, finalmente. Ed ho la possibilità di raccontarvi e raccontarmi il paesaggio e il Paese che ospita il Junior Eurovision Song Contest.

All’atterraggio, nel percorso tra l’aero e l’aeroporto, trovo un sole caldo, una temperatura mite e il cielo azzurro con qualche nuvola. Il primo impatto è scioccante. Non mi interessa più di affrettarmi, per arrivare all’albergo, per fare cose, per incontrare gli altri che mi stanno aspettando. Arriverò, arriverò con calma, godrò fino alla fine questo bellissimo clima, per tutto il tempo che mi servirà, senza fretta.

E dall’aeroporto, fino all’albergo, in taxi, il lungomare a destra, e il sole del Mediterraneo a sinistra, che mi spinge a togliermi il maglione. Sono estremamente rilassato.

Tra l’altro, quasi tutti, a Malta, parlano italiano in maniera almeno sufficiente. Anche all’albergo, dove la ragazza della Reception è addirittura italiana.

Ma sentir parlare la popolazione locale nella nostra lingua, con questo accento che li rende tanto simpatici, è quasi come sentirsi a casa.

Da Sliema, dove alloggio, mi sposto alla Valletta con l’autobus. Complice il traffico e il sole ancora in cielo, passo lentamente attraverso le strade di Malta. Dal lungomare, dove vedi le palme in fila come in Sicilia, dove l’acqua brilla e il sole ti colpisce negli occhi, l’autobus si infila in una serie di stradine, che sono un susseguirsi di variazioni tra il giallo e l’arancione, color sabbia predominante, e stucchi in parte scrostati che pendono dai balconi chiusi delle case. I balconi chiusi avevano un tempo la funzione di permettere alle donne della casa di vedere fuori, sulla strada, senza essere viste, la vita che si svolgeva in città.

Gli stessi colori di Baku, sabbia, giallo, arancione, Terra di Siena e ocra. Lo stesso sole Mediterraneo che è così vicino al nostro modo di essere.

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