Preso dalla disperazione, a questo punto faccio la foto ai giornalisti che vogliono far la foto a Ignazio, Piero e Gianluca, i ragazzi del Volo. Perché c’è talmente tanta gente qui dentro che non ci si muove. E non riuscendo neanche con lo sforzo ad avvicinarmi al palco, voglio dare testimonianza della ressa attorno ai nostri rappresentanti. Amico Erdi, perseverando e montando sul palco della conferenza stampa è riuscito a fare le foto con tutti e tre, insieme alla bandiera del Kosovo. Io non ci sono ancora riuscito, ma in compenso finalmente ho fatto la foto con Michele Perniola. Come gli ho detto, “Era tipo una vita che aspetto”.

Anche se non ho ancora fatto la foto con il Volo, sono sempre più orgoglioso di loro. Stavo in sala stampa e sorridevo come un deficiente, quando ho visto come riescono ad interagire con gli altri, con la presentatrice e con i giornalisti. Intanto, finalmente, e dico FINALMENTE, parlano e capiscono l’inglese speditamente (e anche lo spagnolo, ma questo è un altro discorso). Poi la capacità di scherzare con tutti, di essere umili e quindi di non prendersi troppo sul serio, li portano a scherzare anche su sé stessi, e questo da un senso di freschezza all’atmosfera complessiva. Per dire, un giornalista si alza. I ragazzi del Volo: “Da dove vieni?”, il giornalista: “Londra”. I ragazzi: “Londra! Assomigli a Bono Vox, te l’hanno mai detto?” Gianluca: “Cioè, qui c’è Bono, c’è Celine Dion” riferendosi alla presentatrice. Il giornalista: “Potremmo fare un duetto…” e prosegue con la domanda. “Ho visto la vostra cover di O sole mio….” Ignazio: “Ero leggermente più grasso, allora…” e poi il giornalista continua la domanda. Domanda dalla Cina (perché c’era addirittura la Cina in sala stampa). L’espressione di Ignazio alla conferma che si ricordano di loro anche in Cina non si può raccontare. La dovete vedere.

Ah…. I ragazzi del Volo ci hanno assicurato che Nicola (il capodelegazione) è diventato Nìcola, con l’accento sulla “i”, cantato come nella pubblicità di una marca di pasticche per la gola. E Eddy (delegazione italiana) è ormai Eeedmooondo, pronunciato con l’accento sulla “E” e sprofondo sulla “o”, come in una nota canzone di Jimmy Fontana.

Ormai al Red Carpet ci siamo abbastanza abituati, quindi ormai siamo in grado di stilare una lista di consigli, che sicuramente comincerebbe con l’esortazione ad arrivare vestiti con scarpe comode. In alternativa si può pensare di munirsi di sedia pieghevole, possibilmente di quelle piccole perché non c’è mai abbastanza spazio. Importante avere una macchina fotografica abbastanza nuova da avere una batteria che ti possa durare decentemente per almeno quattro ore, non come il mio scassone del 2007. Sarebbe anche il caso che suddetta macchina avesse una memoria più ampia di alcune decine di foto. In alternativa puoi concedere solo una foto, ma non a tutti. Per esempio, a Mans Zelmerlow concediamo due foto, a Vaidas Baumila una, ai Maraaya una, perché vengono dati alti, a Polina Gagarina una perché è data come favorita-quasi favorita, a Edurne una perché è la Spagna. E quando ti si presentano quei bravi ragazzi finlandesi, sei costretto a dirgli: “Sorry, my memory is too much full”.

Quando è passato Michelino (Perniola), la delegazione di San Marino gli ha indicato di fermarsi a salutarci, e lui con molta tranquillità fa un saluto in inglese. Alché Antonello: “Guarda che sono italiani”, e Michele: “Eh, vabbeh, ma magari ci sono anche altre persone straniere”. E tutti noi in coro, a diverse voci e con entrate fuori tempo: “Veramente siamo tutti italiani”. E lui: “Eeeeeeh” con un abbassamento dialettale della “e”, e poi “Scusate, ma oggi sto fuso”. Vai tranquillo, Michè, sei un mito per tutti noi.

Grazie a Enzo che, dietro mio suggerimento, ha avuto il coraggio di chiederglielo, Elnur Huseynov ha cantato l’inizio di O sole mio. E io gli stavo davanti. Anzi, ho avuto l’impressione che mi stesse guardando, mentre cantava. Illusione e non impressione. Comunque ha davvero una bella voce. Bellissima, quanto più sale diventa più bella.

Eduard Romanyuta ha temporaneamente estratto le radici che aveva messo in sala stampa. Però deve aver avuto qualche problema, perché al Red Carpet è arrivato in catene, alquanto finte ma pur sempre catene, e anche con le manette. Pare, però, che prima di entrare al ricevimento, Jon Ola Sand gliele abbia fatte togliere. Le manette e anche le catene. Pare che gli abbia detto: “Dott. Romanyuta, cortesemente, dovrei stringerle la mano. Si vuole togliere quella pagliacciata di dosso?”.

Passando alle cose serie, i Voltaj hanno portato con loro sul Red Carpet Razvan Schinteie, il bambino protagonista di Calea Dunării, il cortometraggio da cui sono tratte le bellissime scene del video della loro canzone. Non ho ancora visto il cortometraggio, ma è compreso nel CD promozionale disponibile per la stampa.

Se volete vederlo, dopo aver fatto un doveroso giro sul sito delacapat.ro, andate su YouTube e cercate il titolo. Dura 13 minuti, quindi niente di drammatico, ma vale veramente la pena.

Alla Festa di apertura dell’Euroclub c’erano i Makemakes, e, ad essere onesti, sono passati anche Raay dei Maraaya, quello che non dovete chiamare con il suo vero nome, e i Voltaj, ma l’ospite più importante è stata sicuramente Conchita Wurst, che ha cantato alcune delle canzoni del suo album (che come tanti primi CD si chiama con il nome del cantante), e poi, ovviamente Rise like a phoenix. Il presentatore, in effetti, le ha fatto notare quanto sia presente all’Eurovision, e quante cose abbia già fatto e non abbiamo finito neanche il primo giorno. E lei ha risposto che le piace essere molto impegnata. In fondo Conchita è un simbolo, e poi a noi ci piace così. Vederla fa sempre piacere.

Ma le sorprese, ieri sera, non sono mica finite. Perché scendendo dal piano di Conchita dopo il concertino, per tornare alla sala a piano terra, dove si balla, guardando in giù dalla scala di metallo cercando gli altri amici del gruppo che eravamo, notiamo Giuseppe Di Bella, che ride e scherza con diversa gente. E mo’ voi vi chiederete: “E chi è Giuseppe Di Bella?”. Prima che andiate a fare ricerche su Google, ve lo dico io chi è. E’ il ballerino che sta sul palco insieme a Edurne. E’ italiano di Milazzo, ma vive in Spagna da otto anni. Un altro pezzetto di Italia all’Eurovision. Con qualche difficoltà dovuta alla nostra timidezza, ci siamo sentiti di avvicinarlo e salutarlo. Ed è stato spigliato e coinvolgente, e contento di vedere degli italiani. Adesso potete andare a fare una ricerca per immagini di Google.

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