Inizia oggi la nostra rubrica estiva dedicata ai diversi generi musicali che hanno influenzato in 60 anni, i brani presentati all’Eurovision Song Contest.
Un genere musicale veramente ancora poco conosciuto in Italia, ma che spesso ha avuto un ruolo importante all’Eurovision, essendo eseguito da rappresentanti di paesi come Bulgaria (principalmente), Turchia e Grecia, molto affezionati a questa kermesse canora internazionale, è la Chalga.
Il cosiddetto movimento “chalga” è derivato dall’arte dei chalgadzhia (in turco oggi Calgici), parola di origine turca e araba che significa “musicisti”, uomini o donne strumentiste in grado di eseguire tutti i tipi di musica suonando una sorta di flauto denominato Kaval che apportano però a questo una sonorità specifica.
Spesso i chalgadzhia suonano a cerimonie o incontri importanti e la loro peculiarità è l’esecuzione ad orecchio data la loro impossibilità (soprattutto nel passato) di saper leggere uno spartito musicale.
La chalga, nel suo paese di origine, la Bulgaria, non ha avuto vita facile soprattutto dal punto di vista politico. Considerata simbolo importante del passato ottomano della zona, il partito comunista bulgaro guidato dal leader Todor Živkov, decise di cambiare rotta nella politica del paese adottando un’impronta maggiormente nazionalistica alla visione socialista dello stato e queste sonorità vennero pian piano cominciate ad essere percepite come inferiori perché legate ad una tradizione orientale e si adottarono musiche con radici più slave.
Nella popolazione però l’amore verso questi suoni rimase vivo e molti cittadini della bulgaria continuarono ad ascoltare i principali artisti sintonizzandosi su canali radio dell’allora Iugoslavia dove si avevano minor restrizioni in merito (la chalga in questa area geografica prendeva all’epoca il nome di Turbo-folk).
Oggi la chalga è tornato ad essere un genere molto diffuso in Bulgaria e viene suonata nelle discoteche e sale da ballo di tutto il paese anche se viene considerata soprattutto dagli intelettuali del paese come musica minore.
La sua popolarità è arrivata oggi anche a livello internazionale grazie alla figura dell’artista Azis, rom e rappresentante della comunità LGBT (lesbian, gay, bisex e transgender) che grazie alle sue esibizioni provocanti è riuscito ad arrivare alla ribalta dei media nazionali e internazionali.
Azis è stato anche corista di Mariana Popova che ha rappresentato la Bulgaria all’ESC 2006 con Let me cry.
Per chi non è mai stato in Bulgaria, o non conosce questo tipo di musica, ed avesse voglia di spulciare nell’archivio delle performance dell’Eurovision consigliamo l’artista, ormai conosciuta anche all’estero, Sofi Marinova, una delle voci più conosciute in Bulgaria, che ha cantato all’interno del festival Love Unlimited nel 2012.
Foto: Elke Roels (EBU)
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