In un’intervista alla TV danese DR, il Supervisore Esecutivo dell’Eurovision, Jon Ola Sand, ha espresso le sue preoccupazioni sul caso che vede coinvolta la rappresentante russa Yuliya Samoylova e il divieto imposto dalle autorità di entrare in Ucraina per tre anni.

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Sand afferma che molti paesi partecipanti sono preoccupati da quanto sta accadendo: “Ci sono diversi Stati membri che ci hanno contattato ed hanno espresso preoccupazione per la situazione”, poi continua: “È chiaro che si tratti di qualcosa di cui siamo tutti preoccupati. Perché vogliamo mantenere il concorso libero dalla politica. Il ritiro di un partecipante è un segnale politico molto forte.”

L’EBU aveva proposto all’emittente russa Channel One di far esibire la Samoylova via satellite, ma la TV non ha accettato. Rispetto a questa soluzione Sand dice: “Certo non sarebbe stato come avere la cantante sul palco dell’Eurovision Song Contest. Ma qui siamo in una situazione in cui per la prima volta nella storia dell’Eurovision Song Contest in cui un partecipante non ha la possibilità di viaggiare in Ucraina. Quindi dobbiamo trovare una soluzione che possa offrire un’opportunità per la partecipante russa e non lasciare che la politica si metta in mezzo”.

Sand spera che il divieto di entrare in Ucraina per Yuliya Samoylova sia postposto all’Eurovision 2017: “La decisione viene presa dalle autorità di sicurezza, che devono seguire le leggi così come sono, ma ci rivolgeremo al Primo Ministro e al governo ucraino per ribaltare la decisione, in modo che qualsiasi divieto di viaggio sia in vigore dopo l’Eurovision Song Contest. Il nostro obiettivo principale rimane che la partecipante russa sia presente a Kiev nel mese di maggio. Stiamo lavorando duramente.”

Sul fatto che la Russia abbia scelto una cantante che si era esibita in Crimea senza il permesso dell’Ucraina, come risposta provocatoria alla canzone 1944, con Jamala ha vinto l’Eurovision 2016, Sand risponde: “La canzone può essere contestualizzata politicamente, ma può avere anche altri significati. Nella situazione attuale tra Russia e Ucraina, è chiaro che venga utilizzata politicamente. Il brano si riferisce ad un accadimento reale in Crimea durante la seconda guerra mondiale, ed è una canzone che non vediamo, allora come oggi come un contributo politico”.