A Sanremo, il microfono di Eurofestival Italia ha raggiunto uno dei big più amati dai fan dell’Esc: Raphael Gualazzi, quest’anno al suo quarto Festival. Con la serafica giovialità che da sempre lo distingue, ha affabilmente assecondato le nostre domande, svelandoci anche un profetico aneddoto del passato.

Incontrandolo da vicino, si percepisce una grande presenza, non solo in senso fisico ma anche e soprattutto spirituale: appare subito evidente come ciò che in lui molti scambiano per “imperturbabilità” sia invero una disarmante galanteria, talmente connaturata da riuscire a mascherare l’impetuosa emotività di un artista che, pur vantando tanti successi, ha saputo conservarsi umile e fedele a se stesso.

Per cominciare, gli abbiamo chiesto quali siano i motivi che lo hanno spinto a ripetere ancora una volta l’esperienza all’Ariston. Nonostante l’abitudine ai riflettori, Raphael è apparso emozionato parlando dell’attuale partecipazione, sottolineando come Sanremo rappresenti una vetrina culturale di grandissimo prestigio per la musica italiana. In termini di risonanza e riscontro di pubblico, infatti, Sanremo non ha eguali, non solo per via dell’eccellente qualità della nostra tradizione musicale, invidiataci da tutto il mondo, ma anche grazie all’immanente melodiosità della lingua italiana, particolarmente adatta a interpretare il suono delle emozioni.

A questo punto Eurofestival Italia ha colto l’occasione per riportargli alla memoria il contest gemello a livello europeo, l’unico che possa contendere al festival nostrano la popolarità internazionale: l’Eurovision Song Contest. Raphael ricorda con molto piacere l’esperienza del 2011, che a suo dire non gli dispiacerebbe ripetere…

Allora, quando dopo ben 13 anni di assenza riportò l’Italia alla ribalta del panorama eurovisivo con un ottimo secondo posto, si sentì “un privilegiato”. La canzone con cui conquistò quel ragguardevole piazzamento, “Madness of Love“, fu da lui interpretata per metà in inglese. Gli abbiamo domandato se, alla luce del risultato ottenuto, ripeterebbe questa scelta e perché. Raphael non ha dubbi: l’inglese è la lingua in assoluto più diffusa e compresa al mondo, ragion per cui tradurre la propria canzone rappresenta la scelta più giusta e rispettosa nei confronti del pubblico, oltre a garantire che il messaggio che si intende trasmettere venga capito in maniera più fedele e completa. Cantare nella madrelingua rappresenta senz’altro un atto di orgoglio patrio, e all’interno di una gara internazionale rispondere al desiderio di affermare la propria identità nazionale è naturalmente sacrosanto, tuttavia è altrettanto importante che chi ascolta abbia la possibilità di cogliere tutte le sfumature semantiche dei pezzi proposti.

La terza domanda ha inteso soddisfare una piccola curiosità: passato l’entusiasmo della partecipazione personale, Gualazzi ha continuato a seguire l’Eurovision? Se sì, c’è stato un concorrente che lo ha particolarmente colpito?

Raphael ha prontamente fatto il nome di Sobral, riferendoci di essere rimasto letteralmente “folgorato” dal suo stile essenziale ma intenso, per gusto molto simile al proprio. A questo proposito, ci ha riferito un episodio addirittura precedente alla vittoria del portoghese, quando in occasione di un concerto a Barcellona fu fermato da un ragazzo che gli segnalò proprio Sobral, riferendogli l’ammirazione che Salvador nutriva per lui e rimarcando l’affinità artistica tra i due ai fini di una possibile collaborazione. In effetti quest’ultima ipotesi appare tutt’oggi molto suggestiva, e Raphael stesso non nasconde che sarebbe ben felice di intraprendere una partnership col suo fan d’eccezione:Uno dei mei sogni“, dice.

Per finire, il nostro ci ha concesso qualche anticipazione sul suo album in uscita domani 7 febbraio, “Ho un piano“, che oltre a “Carioca” conterrà la cover sanremese di “E se domani“, proposta in duetto con Simona Molinari, e svariate altre collaborazioni.

L’intervista integrale potete seguirla qui: 

  • Per riascoltare l’esibizione di Carioca, durante la Prima Serata del Festival, qui il link
  • Per tutte le informazioni su Raphael qui il link al suo sito ufficiale.
  • Per la nostra scheda su Raphael qui il rinvio al nostro articolo.

Foto credits: Raphael Gualazzi