Il presidente della Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana), Enzo Mazza, ha rilasciato all’Adnkronos ha rilasciato alcune dichiarazioni relative alla possibilità di svolgere il Festival di Sanremo 2021 in questa situazione di emergenza sanitaria.

Queste le sue dichiarazioni sulle misure sanitarie che dovrebbero essere prese in considerazione dall’organizzazione del festival:

Con l’ultimo DPCM che scadrà il 5 marzo, ovvero in piena settimana del festival, è evidente che la RAI debba fornire con congruo anticipo un serio protocollo sanitario su Festival di Sanremo, che dovrebbe essere approvato dal CTS, così come è avvenuto, ad esempio, per i prossimi mondiali di sci a Cortina.

Enzo Mazza è intervenuto anche sull’opportunità di avere o meno il pubblico e la stampa al Teatro Ariston:

Il festival è un evento importante e sicuramente sarebbe un bel segnale di ripartenza farlo tutto in presenza ma è evidente che in questo momento, così rischioso, si possa realizzare solo un progetto esclusivamente televisivo. Sono esclusi per i nostri artisti scenari con palchi esterni, passerelle con pubblico, stand di sponsor e radio e incontri stampa. Tutto dovrà avvenire in streaming come accade oggi in qualsiasi altro evento, a partire dal festival del cinema di Berlino, che si tiene nella stessa settimana di Sanremo

Per il presidente Fimi, inoltre, è importantissima la tempistica con cui verrà presa qualsiasi decisione relativa all’organizzazione:

Al festival, per come è stato finora calendarizzato, mancano 6 settimane, cioè siamo già in grave ritardo. Eppure, allo stato non è giunta ancora nessuna comunicazione in merito a tamponi, gestione delle prove e gestione del personale delle case discografiche. Non c’è un altro minuto da perdere, se il festival vuole andare in onda dal 2 al 6 marzo

In attesa del vertice RAI, previsto per questa settimana, per valutare su come procedere nell’organizzazione del Festival di Sanremo, il sindaco della cittadine ligure, Alberto Biancheri si è detto favorevole all’ipotesi di uno slittamento di due settimane al massimo.

La decisione consentirebbe di superare un eventuale picco della terza ondata dell’epidemia. Non solo: penso anche all’ultimo DPCM, emesso il 16 gennaio, che scadrà il 5 marzo, nel pieno della manifestazione.