da Stefano Porciani | Mag 25, 2012 |
23.41. Trafelati dopo le corse in taxi nel traffico di Baku, l’intervista degli amici di Ogae Italy a Valentina Monetta e una cena molto veloce con i Dolmades azeri, siamo fortunatamente entrati nell’Arena.
23.44. C’è un matto, scappato dal più vicino manicomio di Baku, che sta squadernando una teoria di frasi azere sul palco. È inutile fare un pre show se il conduttore non sa una parola di inglese.
23.46. Davanti a me alcuni olandesi, dietro un serbo, un inglese e un ucraino. A sinistra un norvegese. E compartecipiamo tutti della stessa emozione. Questa è la magia dell’Eurovision.
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da Stefano Porciani | Mag 24, 2012 |
Ore 11.12. Con l’aiuto di un interprete, siamo riusciti a concordare con un taxista un giro leggermente fuori Baku, e siamo arrivati allo Yanar Dag, la Montagna che Brucia, nella penisola di Absheron (che nel nome assomiglia tanto alla località di un gioco di ruolo stile Dungeon’s and Dragons). Sono scivolato sui gradini e mi sono anche leggermente grattato il gomito e il braccio, tanto per esprimere solidarietà a Jacopo Massa. E comunque, se non mi prende il tetano stavolta non mi prende più. Una guida che sa parlare inglese, ci ha fatto salire fino alla sommità della collina (definirla Montagna mi pare impegnativo), e ci ha fatto vedere il panorama.
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da Stefano Porciani | Mag 23, 2012 |
Ore 4.21. Un nuovo giorno non è ancora iniziato, un vecchio giorno ancora non è finito, e io mi ritrovo all’Euroclub con Jonsi che tiene una sua mano sulla mia spalla, e ci stiamo facendo una foto. Mio Dio, sto svenendo.
Ore 13.49. Evvai! Abbiamo trovato un tassista che parla inglese!
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da Stefano Porciani | Mag 23, 2012 |
Ore 12.58. Siamo nella stari grad, la Ichari Shahar di Baku, la città vecchia, immersa in un’atmosfera di torpore luminoso che cade dall’alto sulla polvere e sulle pietre chiare. La città vecchia di Baku sembra ferma, sembra vivere ad un ritmo di vita di tanto tempo fa, che sa apprezzare la lentezza. Ed è quello che ci vuole per una vacanza. Siamo ad una locanda azera vecchio stile. La locandiera parla praticamente solo azero e russo.
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da Stefano Porciani | Mag 22, 2012 |
Ore 15.00. Siamo al Press Center, in un’atmosfera di luce tersa e rifratta, che filtra dalle grandi vetrate che danno sul mare, e rimbalza sui pavimenti chiari. Uno degli elementi che si nota di più a Baku è la luce, una luce che ti invade da ogni parte, che rimbalza sui marmi e sulle pietre dei palazzi color sabbia, giallo, terra di Siena e Rosso Antico. Siamo in attesa di ottenere i biglietti per lo spettacolo. Stamattina, appena arrivati, siamo stati travolti dall’ospitalitaà azera.
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