Diario da Vienna – 22.05.2015

Diario da Vienna – 22.05.2015

Raccontarvi cosa è successo ieri, mentre sono qui in sala stampa, durante la Family Final, con la tensione che si sente crescere nell’aria, è abbastanza difficile.

C’è un momento che vale la pena di raccontare. La mattina, in Sala Stampa, quando per il nostro sito ho avuto la possibilità di vedere da vicino i ragazzi del volo. Eravamo alla Round Table, una forma particolare di intervista nella quale ci sono i cantanti, e un certo numero di giornalisti selezionati, tutti seduti in circolo, con la possibilità di fare una domanda. Il momento più emozionante è stato quando OGAE Armenia ha chiesto ai ragazzi di dire “Grande Amore Hayastan” (Hayastan è il nome in lingua originale dell’Armenia), e poi di cantare un pezzo della loro canzone. Sapete quando si dice “piangere di gioia”? Sul finale, Gianluca (insieme agli altri, ma io ero seduto di fronte a lui) ha alzato il volume della nota, e la sensazione è di vedere questa nota che si ingrandisce fino a diventare immensa. E’ come se tutto intorno sparisse, e questo vuol dire saper riempire lo spazio con la propria voce. Avesse continuato per un altro momento, mi sarebbe venuto un singhiozzo di pianto. Mi era capitato solo altre due volte. A Prato, al meeting di OGAE Italy, ascoltando la prova di Hersi Matmuja, che era nostra ospite. Una voce talmente forte che ho pianto veramente. E un’altra volta nel 2012 a Baku durante l’esibizione in finale di Ott Lepland. Una voce che riempiva da sola il palco, ma non lo stavo guardando abbastanza da vicino.

E adesso che scrivo sono qui in mezzo ai giornalisti che vengono da tutta Europa, sullo schermo sta andando il recap delle canzoni per la Family final, e siamo tutti in attesa della Finale.

Intanto che aspettiamo, vi racconto un paio di cose.

Siamo stati in Sala Mensa, dove abbiamo pranzato con i cantanti della finale. Non nel senso che stavamo allo stesso tavolo, ma stavamo nei tavoli vicini. C’erano Raay e Marjetka, che tengono le cuffie anche quando pranzano. C’era Giannis Karagiannis in fila al banco delle portate principali, nel frattempo Alex Larke (del duo ElectroVelvet), mi fissava mentre parlava al telefono, mi è passato dietro Essai, l’armeno parigino. Ma quando i cantanti mangiano, non li si deve disturbare. Per cui abbiamo salutato solo Vahe Tilbian, l’armeno etiope, che con molta simpatia ci ha risposto in italiano.

In Sala Stampa si sta votando per stabilire quale canzone dovrebbe vincere. Al momento è una gara a due. Indovinate tra quali due Paesi? Uno è la Svezia. Il Belgio è terzo con meno della metà dei voti del secondo.

Alla Family Final ha cantato l’Italia. Un silenzio religioso tutto intorno. Tutti i giornalisti con gli occhi incollati sugli schermi e grande finale con noi fans italiani che cantiamo insieme la nostra canzone.

Tra ieri ed oggi abbiamo ricevuto i complimenti, nell’ordine, di Grecia, Francia, Portogallo, Slovenia e Malta, che si sono tutti detti sicurissimi, e generosi di consigli su come organizzare un EuroFan Café.

Teniamo i piedi per terra. Abbiamo una canzone fortissima e vogliamo condividere tutto il nostro Grande Amore con il mondo.

Però, nell’ordine di esibizione, segnatevi la Bielorussia, che vota per settima, la Danimarca per quattordicesima e la Svezia per ventesima. E la Russia per trentacinquesima. Sono i Paesi che in genere non ci votano.

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Diario da Vienna – 22.05.2015

Diario da Vienna – 20.05.2015

Nuova prova e nuova conferenza stampa del Volo. I ragazzi hanno avuto la possibilità di salutare nuovamente la “presentatrice Céline Dion” e di intrattenersi con i giornalisti, nel loro modo solito, che ci hanno fatto conoscere l’altra volta. E’ bello vederli così positivi, ed è bello vedere le reazioni intorno a loro.

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Diario da Vienna – 22.05.2015

Diario da Vienna – 19.05.2015

Note dalla Prima Semifinale

Le parole sono state scritte da Charlie Mason, lo stesso autore di Rise like a phoenix. Sto parlando di Beauty never lies, la canzone che la Serbia ha cantato sul palco stasera. Lì davanti, ho visto un momento di perfezione. Sul palco c’è Bojana che canta e quattro backings che gli girano intorno. Sono vestiti tutti uguali, uniformati, con una maschera bianca che gli copre il volto e dei mantelli ampi come tuniche che li coprono fino a terra.

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