da Redazione | Apr 12, 2014 |
Per festeggiare i 10 anni del nostro sito, abbiamo chiesto ad alcuni amici di provare a raccontare la loro storia legata all’Eurovision Song Contest. Partiamo oggi con Stefano Porciani, in arte Red River, che è stata una delle primissime persone ad iscriversi al nostro forum e ad animarlo con grande entusiasmo ed energia. Dal suo entusiasmo è nata anche l’idea dei Diari dalle città che negli ultimi due anni hanno ospitato il concorso. Nel 2012 i suoi racconti ci giunsero direttamente da Baku, mentre l’anno scorso è riuscito a raccontarci l’atmosfera che si respirava a Malmö. E quest’anno, naturalmente, si replicherà da Copenaghen!
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da Stefano Porciani | Mag 27, 2012 |
Ore 11.12. Alla Moschea di Baku, entrata degli uomini. Entriamo, uomini e donne dalla stessa porta, ma Cristina deve mettere un velo in testa. Non è questione di integralismo, è questione di rispetto del luogo dove stai entrando. Varcata la porta d’ingresso, si accede ad una sala abbastanza buia, le cui finestre hanno una vetratura colorata che fa passare della luce, che colpisce la struttura interna alla stanza, un parallelepipedo d’oro, argento e placche di ceramica bianca e blu. La ceramica ha ricevuto un particolare trattamento che la rende come fosse smaltata. E’ una struttura simile a quella dove, alla Mecca, viene conservata la pietra nera.
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da Stefano Porciani | Mag 26, 2012 |
Ore 5.54. Ho fatto la foto con Eldar Qasimov, incontrato all’Euroclub dove finalmente danno musica dell’Eurovision.
Ore 11.43. Al Centro Commerciale Park Bulvard, ho scelto come ricordo di Baku un libro in azero: Inglis bulvard (a occhio e croce Viale Inglese). Adesso posso cominciare il mio percorso di apprendimento dell’azero. Uno dei personaggi del libro si si chiama Alessandro. E poi la ciotola che imita la Chochlomskaja Rospis’. Avete mai visto i prodotti della Chochlomskaja Rospis’? Andate su Google e cercate “Khokhloma” su “Immagini” e vedete cosa vi esce.
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da Stefano Porciani | Mag 25, 2012 |
23.41. Trafelati dopo le corse in taxi nel traffico di Baku, l’intervista degli amici di Ogae Italy a Valentina Monetta e una cena molto veloce con i Dolmades azeri, siamo fortunatamente entrati nell’Arena.
23.44. C’è un matto, scappato dal più vicino manicomio di Baku, che sta squadernando una teoria di frasi azere sul palco. È inutile fare un pre show se il conduttore non sa una parola di inglese.
23.46. Davanti a me alcuni olandesi, dietro un serbo, un inglese e un ucraino. A sinistra un norvegese. E compartecipiamo tutti della stessa emozione. Questa è la magia dell’Eurovision.
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da Stefano Porciani | Mag 24, 2012 |
Ore 11.12. Con l’aiuto di un interprete, siamo riusciti a concordare con un taxista un giro leggermente fuori Baku, e siamo arrivati allo Yanar Dag, la Montagna che Brucia, nella penisola di Absheron (che nel nome assomiglia tanto alla località di un gioco di ruolo stile Dungeon’s and Dragons). Sono scivolato sui gradini e mi sono anche leggermente grattato il gomito e il braccio, tanto per esprimere solidarietà a Jacopo Massa. E comunque, se non mi prende il tetano stavolta non mi prende più. Una guida che sa parlare inglese, ci ha fatto salire fino alla sommità della collina (definirla Montagna mi pare impegnativo), e ci ha fatto vedere il panorama.
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