Docente di studio musicale della voce, soprano (ha cantato per molti anni come protagonista negli enti lirici) e diplomata in chitarra classica, Silvia Gavarotti, presiederà la giuria italiana dell’Eurovision Song Contest 2018 che dovrà giudicare i brani in gara nella Seconda Semifinale e nella Finale del concorso di Lisbona.
L’abbiamo raggiunta telefonicamente per una chiacchierata sull’Eurovision e per scoprire come si sta preparando al suo impegno di Presidente di giuria.
Buongiorno Signora Gavarotti. Come si sente nel ruolo di Presidente della giuria italiana dell’Eurovision 2018?
Sono onorata di far parte della giuria italiana di Eurovision! Amo molto questo concorso, anche se non l’ho seguita negli anni come avrei voluto, ma ho seguito tutto ciò che è stato fatto per mantenerlo in vita. In un momento storico così bizzarro, pensare che la lingua universale sia la musica unisca tutti questi Paesi è commovente e fantastico.
Quindi ha seguito lo show negli anni passati e lo conosceva?
Conosco e ho seguito il vincitore portoghese dello scorso anno, Salvador Sobral. Aveva un arrangiamento meraviglioso ed il suo brano è stata una carezza all’anima, stupendo… e poi conosco Conchita Wurst che ha girato il mondo con il suo desiderio di manifestare se stessi senza doversi nascondere e ha dimostrato di poter stare al mondo con grande serenità. Questi sono tutti messaggi che se uno avesse la capacità di ascoltarli, di recepirli e inglobarli forse il mondo girerebbe un po’ meglio.
Che cosa pensa dei nostri rappresentanti?
L’Italia sarà rappresentata da Ermal Meta e Fabrizio Moro che sono straordinari, hanno commosso l’Italia con il loro brano che ha giustamente trionfato a Sanremo. E quindi naturalmente tiferemo, anche perché non possiamo votarli.
Ha già ascoltato i brani in gara? Che cosa pensa del livello musicale di quest’anno?
Ho visto che le canzoni in gara toccano diversi generi. Quest’anno è presente anche questo soprano estone (Elina Nechayeva N.d.R.) e quindi il fatto che ci sia anche un po’ di contaminazione è molto bello. Io sono di parte perché arrivo dalla musica lirica e sono anche un’insegnante di tecnica, per cui ho sempre piacere nell’ascoltare qualcuno che canta e che con la sua voce racconta qualcosa, nel rispetto dello strumento vocale. In generale ho sentito un livello alto di preparazione, negli arrangiamenti e nel gusto. Mettere a confronto luoghi del mondo così diversi che portano ognuno la propria cultura è molto bello. È come se tutti contaminassero tutti… un grande scambio. La musica è la lingua universale.”
Nello specifico quali criteri utilizzerà nel giudicare gli artisti in gara?
Io sono una cantante lirica e quindi sono attenta anche alla tecnica, ma so che il nostro giudizio comprende non solo la canzone, ma l’uso della voce, l’arrangiamento e come l’artista sta sul palco. Dovremo valutare l’insieme della performance. A volte però, preferisco sentire meno tecnica e più anima, l’importante è trasferire emozioni e non mi sentirò vincolata nel giudizio solo alla tecnica, ma all’arte di trasferire emozioni. Non si tratta di esibizioni sterili, ma di farlo diventare spettacolo ed è chiaro che poi vince chi vive l’emozione in prima persona e quindi riesce a coinvolgere il pubblico e le giurie. Spesso mi trovo a scegliere voci per i Musical e mi è capitato di ascoltare voce tecnicamente perfette, ma emotivamente povere.
Ha già incontrato gli altri membri della giuria?
No, non ho avuto modo di incontrare gli altri giurati. Conosco, però, Sandro Comini perché abbiamo lavorato insieme anni fa. È un grande musicista specializzato in jazz, arrangiatore e direttore d’orchestra. Non vedo l’ora di confrontarmi con gli altri giurati!
Ringraziamo Sivia Gavarotti per la sua disponibilità e le auguriamo un buon lavoro nel suo ruolo di Presidente della giuria di italiana per l’Eurovision 2018.