In attesa dell’Eurovision Song Contest 2022, che si svolgerà tra circa una settimana, ecco le nostre pagelle per la seconda semifinale.

Lo show si svolgerà giovedì 12 maggio a Torino e deciderà le sorti dei partecipanti in gara: su 18 canzoni, solamente le prime dieci in classifica le ritroveremo nella Grand Final di sabato 14 maggio.

Finlandia

The Rasmus – “Jezebel”: 7.5

Che dire, con 11 album pubblicati, 5,5 milioni di copie vendute, cinque dischi di platino e 10 dischi d’oro all’attivo, la band rock finlandese si riconferma una perla musicale. Il brano è un omaggio alle donne che si prendono ciò che vogliono, con un chiaro riferimento alla Gezabele dell’Antico Testamento. Il brano prende, cattura e resta in testa. Per chi non conoscesse già il gruppo, invito a cliccare qui.

Israele

Michael Ben David – “I.M.”: 5

Un enorme mucchio di cose che singolarmente funzionerebbero, ma che perdono completamente ogni logica messe tutte insieme. Ascoltando la canzone e guardando la performance, viene quasi il mal di testa. Non c’è una logica e tutto ciò fa impazzire. Alla fine sembra proprio che Israele parteciperà in live sul palco di Torino, ma dubito fortemente che quest’anno riesca a qualificarsi.

Serbia

Konstraka – “In Corpore Sano”: 8

Una canzone di denuncia sociale sulla condizione degli artisti (e della loro mancata assicurazione sanitaria) in Serbia creata con spirito, sarcasmo e provocazione. La canzone è intelligente, tutti gli artisti sul palco sono magnetici e la cantante… formidabile. Complimenti alla Serbia che, secondo me, ha portato sul palco una delle canzoni più interessanti di quest’anno.

Azerbaigian

Nadir Rustamil – “Fade to Black”: 6.5

Ballad emotivamente coinvolgente al punto da meritarsi una piena sufficienza. La sua voce è avvolgente, il testo emozionante e il ritornello entra in testa. Sembra tutto giusto, ma… insomma, niente di nuovo sul fronte eurovisivo. E, soprattutto, non è nemmeno la ballad prodotta meglio. Non credo che si qualificherà, ma io personalmente un po’ ci spero.

Georgia

Circus Mircus – “Lock me in”: 5.5

Oltre all’intro lunghissimo che mi fa sempre passare la voglia di ascoltarla, la domanda che più frequentemente mi ripeto sentendola è: “perché?”. Nota di merito alla Georgia per essere sempre originale nelle canzoni che decide di portare all’ESC: mai scontate, mai adattate al pubblico eurovisivo mainstream… in altre parole, la Georgia è sempre una scoperta e spesso una bella sorpresa. Non questa volta, purtroppo.

Malta

Emma Muscat – “I am what I am”: 4

Più che all’ESC, sembra la canzone perfetta in High School Musical (o in qualsiasi altro film per adolescenti degli anni 2000): tema banale trattato in maniera banale, melodia banale, arrangiamento banale. Nota di merito per la voce di Emma, che resta comunque bellissima. Punto aggiuntivo anche per aver cambiato la canzone in corsa. Con quella precedente, il mio voto sarebbe stato probabilmente un 2. Destiny, mi manchi tanto.

San Marino

Achille Lauro – “Stripper”: 7

Lauro si dimostra di nuovo un performer più che un cantante. E va benissimo così. Sorvolo sul piattume e l’inconsistenza del testo (che è più un’accozzaglia di citazioni di personaggi e/o altre canzoni) e mi concentro di più sulla base, sul magnetismo di questo ragazzo e su come Achille riesca a rendere impressionante ogni sua apparizione sul palco. Per l’Eurovision mi aspetto una performance che faccia saltare tutti quanti e ballare chi è a casa. Voglio arrivare a questo punto e dire “Che show ragazz*, che show”.

Australia

Sheldon Riley – “Not the same”: 7

Dopo la scarica energetica di Achille Lauro sembra difficile riuscire a concentrarsi su una canzone come questa. Una ballad così emotiva, così potente e struggente che sembra risucchiare l’anima dell’ascoltatore. Significativo il messaggio del testo, accompagnato dal gesto di Sheldon Riley di togliersi la maschera davanti al pubblico. Una delle ballad migliori dell’edizione, senza dubbio, forse però un po’ troppo piena di emozioni nel complesso…

Cipro

Andromache – “Ela”: 7.5

La solita canzone cipriota per l’Eurovision con una bellissima patina di sonorità etniche. Niente di più, niente di meno. Si canta, si balla, si apprezza. Insomma, fa il suo lavoro dignitosamente e certamente farà la sua bella figura. Siamo lontani da El Diablo, ma forse nemmeno così tanto come sembra…

Irlanda

Brooke Scullion – “That’s Rich”: 6

A me pare che l’Irlanda porti ogni anno da qualche anno la stessa canzone, con arrangiamenti diversi. Sono sicura che sia un problema di udito mio, tuttavia questa è l’ennesima canzone che funge benissimo come intermezzo dello show: allegra, orecchiabile, simpatica… ma molto facile da dimenticare.

Macedonia del Nord

Andrea – “Circles”: 6.5

Non riesco a classificare questa canzone, in tutta onestà. Quando la ascolto mi piace, ma dopo altre 3 canzoni in playlist l’ho già dimenticata. E via così, in un cerchio infinito di “ah che bella questa” e “ma qual è la canzone macedone quest’anno?”. Peccato, occasione sprecata. Forse con qualche scelta artistica migliore, sarebbe andata diversamente. Non si qualificherà quasi sicuramente.

Estonia

Stefan – “Hope”: 8

Don’t waste your breath, it’s time to choose / Oh ya ya ya. Il country mi mancava tantissimo all’Eurovision Song Contest. Soprattutto quando è di vera qualità, con quel I hope I hope I hope che ricorda tantissimo il suono del galoppo del cavallo. Stefan è bravissimo (posso anche dire che è bellissimo?) e la sua voce è veramente avvolgente. Una delle migliori entry in gioco, a mio avviso. Se non si qualifica, faccio un casino 🙂

Romania

WRS – “Llamame”: 6.5 (con riserva)

Con riserva, sì, perché se fosse per me sarebbe un 9 solo per la simpatia. La canzone in sé non è niente di che, anzi, è piuttosto mediocre. Ma quel ritornello, quella parte musicale che lo segue a ruota… che voglia di ballare che fa venire! Un tocco di leggerezza che non guasta mai, senza pretese e con il sorriso. Il mio guilty pleasure della semifinale, forse dell’edizione, forse ancora della vita.

Polonia

Ochman – “River”: 8

Inizio di pianoforte, voce forte ed espressiva, testo strappa-lacrime. Ha completamente vinto il mio cuore. La trovo forse la ballad migliore dell’anno. Non vincerà mai, ma sicuramente passerà la semifinale e avrà un ottimo piazzamento finale. Deve essere così, altrimenti il resto dell’anno potrei passarlo a lamentarmi, e non conviene a nessuno. Sperando che la performance in live non cada di stile come per The Lucky One (Estonia 2021), altrimenti potrebbe essere un po’ meno sicura la sua qualificazione. Ma visto che Ochman è a mio avviso almeno 10 gradini sopra al caro Uku Suviste, non penso ci siano problemi.

Montenegro

Vladana  – “Breathe”: 7

Stranamente, devo dire che questa power ballad ha il suo perché. Non tra le migliori dell’edizione, ma sarà la voce potente di Vladana, sarà la tematica del Covid e la consapevolezza che questa canzone è stata scritta pensando alla madre dell’artista deceduta durante la pandemia, sarà il mix esplosivo di emozioni che suscita il videoclip e tutto ciò che circonda questa canzone… Insomma, secondo me una possibilità se la merita.

Belgio

Jérémie Makiese – “Miss you”: 7

Il Belgio torna alla carica con una canzone pop dinamica e orecchiabile. Niente di strabiliante se confrontata con gli Hooverphonic dello scorso anno, ma che si difende comunque molto bene. Lui è magnetico, la canzone spinge nel verso giusto. Non la star dell’anno, ma sicuramente la vedremo in finale.

Svezia

Cornelia Jakobs – “Hold me closer”: 9

Ecco che verso la fine arriva una delle papabili vincitrici dell’anno, Cornelia Jakobs. Prima nell’OGAE Poll, sempre oscillante tra il primo e il secondo posto nei sondaggi degli Eurofan e negli odds. Vinca o non vinca, sicuramente resta nel podio delle migliori canzoni dell’anno. E resta una delle poche che continuo ad ascoltare non solo senza dimenticarla subito dopo, ma ricordando anche le parole. Quest’anno, per me, ha vinto già solo per questo. La canzone è densa di emozioni, si sente che è nata da dentro. O almeno, questa è l’impressione che dà (se poi è stata creata a tavolino da qualche scrittore di testi, date un premio a queste persone). Speriamo solo che tolgano quel telo verde circolare da dietro mentre canta, o che quantomeno non riprendano fuori dal bordo…

Repubblica Ceca

We Are Domi – “Lights off”: 5

Non per cattiveria, ma questa canzone davvero non la ricordo nemmeno dopo averla ascoltata. Eppure, non è male in sé, è una canzone pop con un bel significato, lei ha una bella voce, ci sono tutte le carte giuste per un prodotto che funziona sul palco. Solo che non funziona, e non so nemmeno io il perché in tutta onestà. Oltretutto, il fatto di essere in ultima posizione e soprattutto dopo la Svezia non aiuta… Non la vedremo in finale, ahimé.

E voi cosa ne pensate? Quali tra queste canzoni passeranno le qualificazioni?