A seguito dell’annuncio dell’European Broadcasting Union (EBU), che ha dichiarato l’impossibilità di svolgere l’Eurovision Song Contest 2023 in Ucraina, sia il mondo politico che l’emittente della Polonia, hanno espresso il loro supporto al Paese invaso dalle truppe russe.

Il Governo polacco e il Consiglio di Amministrazione dell’emittente TVP, hanno espresso il loro rammarico per il fatto che l’EBU abbia deciso di non organizzare l’Eurovision 2023 in Ucraina e di aver avviato i colloqui sull’organizzazione di questo evento con l’emittente britannica BBC.

Di seguito la dichiarazione ufficiale firmata da Piotr Gliński (Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Ministro della cultura e del patrimonio nazionale), Jacek Kurski (Presidente del consiglio di amministrazione di TVP) e Mateusz Matyszkowicz (Membro del consiglio di amministrazione di TVP)

Sosteniamo la posizione della UA:PBC e le autorità ucraine, in cui chiedono negoziati sull’organizzazione del concorso con la partecipazione dei rappresentanti del paese vincitore dell’Eurovision Song Contest di quest’anno.

Vi assicuriamo il nostro continuo supporto all’emittente pubblica ucraina nella ricerca di un tale modello organizzativo per la competizione Eurovision 2023 del prossimo anno, che terrà conto della quota più ampia possibile di creatori e produttori ucraini, nonché del pubblico di questo paese.

Sostanzialmente la TVP e il Governo polacco sostengono pubblicamente le richieste avanzate dall’emittente Ucraina al fine di ottenere ulteriori colloqui con l’Unione Europea di Radiodiffusione.

Il ruolo della Polonia nella guerra in Ucraina

Ricordiamo che la Polonia si è dimostrata sin dall’inizio dell’invasione russa, il Paese che ha maggiormente supportato l’Ucraina soprattutto per quanto riguarda l’accoglienza dei numerosi profughi provenienti dal Paese in guerra. 

Su oltre 6 milioni di ucraini che hanno lasciato il loro Paese a causa della guerra, più della metà hanno trovato ospitalità in Polonia, grazie alle  iniziative di solidarietà nate spontaneamente dei cittadini polacchi, dalle organizzazioni non governative e dalle autorità polacche che hanno coordinato le azioni di accoglienza.