Poco fa, durante la conferenza stampa che introduce la quarta serata del Festival di Sanremo 2023, il conduttore e direttore artistico Amadeus ha risposto a una domanda relativa alla selezione dei brani, ovvero se nella scelta tenga conto della probabilità che questi ultimi si affermino all’estero, con particolare riferimento all’Eurovision Song Contest.

Amadeus, in merito, ha quindi risposto: 

No, non scelgo pensando all’Eurovision Song Contest. Sono canzoni che ormai hanno un sapore internazionale, alcune di esse sono già nella top 40 Global di Spotify. Sono brani che hanno ormai un’internazionalità immediata”.

Il successo all’interno di quella competizione deriva quindi da una musica, quella del Festival di Sanremo, che secondo Amadeus è già di per sé internazionale.

Il legame di Sanremo con l’Eurovision

Nel 2011, dopo 14 anni di assenza, l’Italia torna a gareggiare all’Eurovision Song Contest e già da subito la Rai lega la scelta del rappresentante italiano al Festival di Sanremo, e precisamente a una commissione composta interna alla kermesse, formata dall’allora presentatore Gianni Morandi, dal direttore artistico Gianmarco Mazzi, dal direttore di Rai 1 Mauro Mazza e da quello di Rai 2 Massimo Liofredi. Il nome del concorrente, fu il vincitore della categoria Giovani, Raphael Gualazzi, che poi arrivò secondo a Düsseldorf con il brano Follia d’amore (Madness of Love). Stessa procedura fu seguita nel 2012, quando la Rai scelse Nina Zilli, nona a Baku con L’amore è femmina (Out of Love), e nel 2013, quando il prescelto fu il vincitore del Festival Marco Mengoni con “L’essenziale” (7° posto).

Dopo la scelta interna del 2014, anno in cui la Rai selezionò Emma, dal 2015 è stata introdotta la regola secondo cui il vincitore del Festival di Sanremo avrebbe guadagnato automaticamente il diritto di rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest, salvo rinuncia. Nel 2015 a Vienna per l’Italia ci fu, quidni, Il Volo con Grande Amore (3° posto)

Da allora tutti i vincitori del Festival hanno poi preso parte alla manifestazione europea, fatta eccezione per il 2016: in questo caso, dopo la rinuncia degli Stadio a parteciparvi, fu scelta come rappresentante Francesca Michielin, seconda classificata della kermesse, che partecipò a Stoccolma con No Degree of Separation, classificandosi al 16° posto.

Nel 2017 toccò a Francesco Gabbani, che terminò la gara al 6° posto con Occidentali’s Karma. L’anno dopo fu la volta di Ermal Meta e Fabrizio Moro, quinti con Non mi avete fatto niente, mentre nel 2019 torniamo sul podio con il 2° posto di Mahmood e la sua “Soldi”.

Occasione persa nel 2020, causa Covid, per Diodato che avrebbe potuto fare molto bene con la splendida “Fai rumore”.

Nel 2021 succede quello che i fan italiani attendevano da tempo: la terza vittoria del nostro Paese ottenuta grazie ai Måneskin, che con “Zitti e buoni”, riportano in Italia il microfono di cristallo a trentuno anni dal precedente di Toto Cutugno.

Lo scorso anno a Torino, Mahmood ritorna all’Eurovision Song Contest, questa volta in coppia con Blanco. Il duo guadagna il 6° posto con la loro Brividi.