Abbiamo il piacere di ospitare sul nostro sito, Antonella Ruggiero, una delle voci italiane più belle e suggestive della nostra scena musicale. Artista che sa spaziare fra stili e forme artistiche diverse, capace di farsi interprete della musica jazz, di quella pop, passando per la musica etnica a quella elettronica.

Ma per i fan dell’Eurovision Song Contest è anche colei che, insieme ai Matia Bazar, ha rappresentato l’Italia al concorso del 1979 con il brano Raggio di Luna.

A poche settimana dal suo ritorno al Festival di Sanremo, abbiamo avuto la possibilità di intervistarla e per questo la ringraziamo per la sua disponibilità e cortesia.

Ed è proprio da Sanremo, e dai brani porterà al Festival, che parte la nostra conversazione: “La mia decisione di tornare a Sanremo è legata al fatto che dopo dieci anni ho un nuovo lavoro di inediti tutti molto interessanti a livello compositivo e per arrangiamenti e suggestioni. Porto a Sanremo due di queste canzoni che hanno in sè due particolarità. La prima, ‘Quando balliamo’, è una metafora della vita a due, che ricorda vagamente il tango che deve essere preciso, razionale e passionale. Come nella vita a due, la coppia deve essere assolutamente in equilibrio, sia mentale che fisico, per portare avanti questa danza.

Il secondo si intitola ‘Da lontano’ ed è una mia riflessione su come, quando si arriva ad un grado di maturità sufficiente, si inizino a vedere le cose non più in maniera così viscerale, ma appunto da lontano, in maniera lievemente distaccata, anche se poi la realtà e la vita ti coinvolgono sempre. Però questa è una visione del tutto diversa rispetto agli anni in cui si è veramente presi in maniera, forse esagerata, da quello che ci accade, che accade nel mondo.”

Si continua poi con il nuovo album, L’impossibile è certo, che vede la partecipazione di diversi artisti ed autori: “Si tratta di un album in cui si affrontano temi sociali, sempre filtrati dalla poesia e da un mio modo di vedere le cose, dal mio immaginario. Sono visioni personali. Ho lavorato con molti giovani e anche con scrittori e insegnanti come Eraldo Affinati, Michela Murgia e Erry De Luca che ha scritto un pezzo dedicato all’Italia molto bello.

Ho voluto inserire anche il brano ‘Due spie’, pubblicato due anni fa nella raccolta ‘Anestesia Totale’, nella quale sono contenute varie canzoni cantate da diversi artisti, e i cui proventi sono stati devoluti alla Comunità di Don Gallo.Due spie’ ha un testo molto interessante che è stato scritto da Marco Travaglio e da altri due autori. È un brano legato a due temi a cui tengo molto, la libertà di informaziona e la figura di Don Andrea Gallo, che è stato il sacerdote di Genova e che io ho sempre stimato tanto. Adesso non c’è più, ma ha lasciato una traccia veramente indelebile e il suo lavoro continuerà sicuramente nel migliore dei modi.”

Ma oltre a Sanremo e al nuovo album scopriamo che ci sono già dei nuovi progetti pronti per uscire: “Continuo a lavorare e alcuni progetti sono già pronti e usciranno alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo. In particolare, in uno interpreto alcune arie di Puccini che ho scelto e che sono molto adatte a me. Sono arie sia maschili che femminili e sono state riarrangiate in chiave elettronica, classica e jazz. È un progetto molto particolare perché prendo questi brani meravigliosi, li strappo via dalle opere dove sono sempre stati collocati e li trasporto ai giorni nostri con un’intenzione veramente diversa. Questa operazione è utile anche perché molti giovani, ai concerti, mi chiedono notizie sul mio repertorio di musica popolare o antica e poi fanno le loro ricerche personali e mi sembra un buon mezzo per metterli a conoscenza di qualcosa che magari per distrazione o per mille motivi non hanno occasione di frequentare.”

E parlando di giovani, le chiediamo cosa pensa del fatto che, al momento, il talent sembra l’unica strada percorribile per fare musica: “La musica in Italia e forse anche all’estero, è suddivisa in due parti da una specie di una lunga muraglia. Da una parte ci sono i giovani che pensano che attraverso i talent, e quindi velocissimamente e con la visibilità si ottengano dei risultati. Può succedere che alcuni di loro riescano, ma ci sono centinaia di altri che rimangono profondamente delusi dalle esclusioni e da tutto questo tipo di meccanismo e  che li può portare anche a non amare più la musica o ad accantonare il loro progetto e questo è un vero peccato.

Dall’altra parte di questo muro ci sono un’infinità di giovani che si occupano di musica che le radio non passano, perché ovviamente ci sono motivi per cui le radio passano alcune cose e non altre. Questi giovani fanno musica classica, jazz, popolare, musica corale e bandistica. C’è una realtà in Italia meravigliosa e assolutamente preziosa e ci sono un’infinità di giovani che lavorano con passione sin da piccoli e che portano avanti questa meravigliosa opportunità di fare musica da soli o insieme. 

Quindi si tratta proprio di scegliere. C’è chi vuole arrivare subito e attraverso la televisione pensa di raggiungere un risultato, e altri che aspettano, maturano, provano  si mettono in in cammino e così facendo, costruiscono eventualmente una carriera.”

Concludiamo chiedendo alla Signora Ruggiero, se ha qualche ricordo legato alla sua partecipazione all’ESC 1979 e se le piacerebbe partecipare di nuovo: “Sono passati tanti anni che sinceramente non ho idea se potrei ripeterla. Al giorno d’oggi anche in quel contesto tutto si è trasformato e la scelta, giustamente, cade sulle nuove generazioni, quindi è normale che si scelgano giovani cantanti e musicisti piuttosto che quelli della mia generazione.

Il mio ricordo di quell’esperienza nel 1979, comunque, è assolutamente positivo. Un mio ricordo particolare non è tanto legato a quello che io insieme al gruppo abbiamo fatto, ma a una canzone che ho amato e, non so perché, che ricordo tuttora. È il brano del gruppo israeliano e c’era una ragazza che cantava una canzone dolcissima e mi pare si intitolasse ‘Hallelujah’. Il mio ricordo è proprio legato a loro.” E quando le ricordiamo che quella è la canzone che vinse l’Eurovision 1979, risponde: “Appunto, se lo meritava!”

(Foto: BIA – Piero Biasion Fashion Photography Studio)

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