Ancora una densa di giornata di conferenze stampa, qui in sala Lucio Dalla, per il Festival di Sanremo 2018. Sempre più piacevole scoprire che sono sempre di più gli artisti che conoscono l’Eurovision Song Contest e che vorrebero parteciparvi in rappresentanza dell’Italia.
Abbiamo chiesto ai favoriti per la vittoria, Fabrizio Moro e ad Ermal Meta se andrebbero all’Eurovision di Lisbona con Non mi avete fatto niente e, vista l’importanza del tema trattato nel brano, se la lascerebbero in italiano. Ci hanno risposto: “Andremmo ovunque a portare questo messaggio. All’Eurovision la porteremmo sicuramente in italiano.” A questo punto ci chiedono se c’è la possibilità di cambiare la lingua. Alla nostra risposta che avrebbero potuta portarla in inglese Metal ha affermato: “Noi non siamo mica inglesi! Al limite faccio la traduzione in albanese! Basta con questa invasione, esportiamo un attimo perché stiamo importando un po’ troppo!”.
Dopo tutte le polemiche sul brano e la riammissione in gara, resta però da capire se l’EBU possa ritenere valido un brano che, anche se solo in parte, era già stato reso pubblico prima del 1 settembre 2017, come vuole il regolamento dell’Eurovision.
Altro favorito al podio è il gruppo che con “la vecchia che balla” ha conquistato sin dalla prima sera l’Ariston e il pubblico italiano. Si tratta de Lo Stato Sociale. Ad una domanda sull’Eurovision da parte di Poliradio hanno risposto: “Ci andremmo volentieri, non sappiamo se la canzone sia adatta ma conosciamo Eurovision anche grazie al nostro amico Eddy Anselmi che ce ne parla da anni”. Hanno poi aggiunto: “Non conoscevamo la regola dei 3 minuti, ma eventualmente vedremo come tagliarla”.
Infine anche Enrico Ruggeri con i Decibel in conferenza stampa oggi. Lui all’Eurovision ci è già stato nel 1993 e di quella esperienza conserva bei ricordi: “Nel 1993 il regolamento vietava di portare il brano vincitore del Festival. Andare in Irlanda con “Mistero” sarebbe stato un bel colpo. Ho portato un altro brano dell’album, un valzer intitolato “Sole d’Europa” e, col senno di poi, forse avrei potuto scegliere un brano di maggiore impatto. Però è stata un’esperienza bellissima! Il clima con le altre nazioni era molto bello, quell’anno c’era ancora La Bosnia Erzegovina che pochi mesi dopo sarebbe stata devastata dalla guerra”. Il leader dei Decibel ha risposto così a OGAE Italy e ha poi aggiunto in merito a quella esperienza: “Temo che quest’anno non sia possibile ripeterla, anche se la speranza è sempre l’ultima a morire. Sarebbe stato bello andare con questa canzone all’Eurofestival.”