Torna anche quest’anno il nostro diario dedicato alla città che ospita l’Eurovision Song Contest. Aneddoti, curiosità, informazioni e incontri direttamente da Lisbona, la capitale del Portogallo.

Le situazioni che riguardano il nuovissimo Eurovision Song Contest, che guarderemo dalla nuovissima sala stampa, e vi racconteremo attraverso un sito che con la nuova grafica odora di nuovo, nel nuovissimo (ma non poi così nuovissimo perché è del 1998, e i pupi nati nel 1998 ormai sono dei bravi ragazzi maggiorenni) quartiere del Parco delle Nazioni, scrivendo dal mio nuovissimo computer, mi stanno ancora sconvolgendo.
In realtà mi aspettavo una Lisbona più decadente, fatta di strade usurate, di intonaci scrostati, legno corroso dalla salsedine, e piastrelle colorate di azzurro.
In realtà ci troviamo in una zona risistemata di recente, per cui in realtà Lisbona ci sta mostrando, al momento, il suo volto più nuovo e quindi forse anche meno caratteristico.

Sto tentando di convincere, non so con quanto successo, gli amici di OGAE Italy a fare un fioretto e andare a visitare gli ammalati. Nello specifico, c’è il piccolo Mikolas Josef, a cui noi vogliamo tanto bene, che, poverino, durante la prova di ieri sembra si sia accartocciato sul palco.

I manichini della Romania, neri e montati sul palco solo con la maschera bianca che rappresenta il filo conduttore della canzone, un’atmosfera tesa e abbastanza cupa, e con proprietà di tempo scenico, due braccia che si tendono, e la cantante Cristina viene trascinata nel buio.
Un’emozione rubata e troppo casino in sala stampa.

Sarà la faccia che mi ritrovo o la situazione complessivo della Baixa di Lisbona, ma mentre andavamo in cerca di un posto dove cenare alcuni dei simpatici personaggi che si aggirano nel quartiere, nell’intervallo tra l’imitazione di una scimmia e delle urla scomposte, mi hanno offerto, in diversi momenti, marjuana, hashish, e addirittura oppio.