Grazie alla sua rete di collaboratori attivi in tutta Europa, Eurofestival Italia ha la possibilità di seguire da vicino tutte le selezioni interne dell’ESC, conoscendo in anteprima i potenziali rappresentanti delle varie nazioni e sondando lo spirito che le anima attraverso il racconto diretto dei singoli candidati.

Nell’intervista condotta da Eliana Goncharova, oggi conosciamo una giovanissima promessa del panorama musicale ucraino, Elina Ivashchenko, in corsa per un posto a Rotterdam in rappresentanza dell’Ucraina che, come consueto, sta scegliendo il proprio rappresentante attraverso la selezione nazionale Vidbir 2020.

Nota al pubblico dal 2016, grazie all’agevole vittoria conquistata a Kid’s Voice, Elina Ivashchenko ha confermato il proprio talento dapprima aggiudicandosi il Grand Prix del festival del suo Paese, Chornomorsky Ihry, e poi espugnando X-Factor ucraino del 2019.

Elina guarda ai suoi traguardi descrivendoli come piccoli passi in direzione del suo sogno di diventare una grande cantante, e partecipare alle selezioni nazionali per l’Eurovision 2020 rappresenta per lei il prossimo gradino da salire. La talentuosa cantante è quindi giunta alle semifinali della Vidbir, con la sua Get Up . Riportiamo qui l’intervista.

Elina, prima di tutto congratulazioni per la tua vittoria a X-Factor. È stato difficile?

Grazie! Sì, è stato piuttosto difficile. Non dormivo a sufficienza e stavo sempre a studiare canzoni. È stato impegnativo a livello fisico e morale, ma alla fine tutti gli sforzi sono stati ripagati. Ogni giorno c’erano prove, provini, set fotografici e registrazioni. Divertente, ma molto stancante.

Una volta hai detto che ogni vittoria rappresenta per te un passo verso il tuo sogno di diventare un’apprezzata cantante. Cosa ti aspetti dalle selezioni nazionali?

Per me Eurovision non è solo una competizione, ma anche un’occasione per trasmettere il mio messaggio a milioni di persone. Adesso penso solo alla selezione interna. Se l’Ucraina crederà in me, sarà la volta di esibirmi davanti a tutta l’Europa, un’enorme responsabilità. Vorrei anche dimostrare all’Europa che l’Ucraina è molto portata per il canto. (Ride)

Per la selezione nazionale hai scritto Get Up, una ballata di grande impatto emotivo. Cosa ti ha ispirata?

Molte persone non ascoltano il proprio cuore, ma si limitano a obbedire a certi dettami. Altre subiscono umiliazioni e mortificazioni. Purtroppo, vivere in questo mondo è più facile per chi coltiva cattivi sentimenti che per la gente onesta e sincera. C’è molta crudeltà in giro. Con la mia canzone vorrei incoraggiare a non restare semplici spettatori della propria sorte, ma a rendersene artefici ricusando chiunque si arroghi il diritto di imporre schemi o ricette di vita. Tutto questo mi tocca molto da vicino: osservando la prepotenza della gente ho provato l’impellente bisogno di scrivere questa canzone.

Uno dei giudici della selezione ucraina è Andrii Danilko. Qualche volta ha espresso pareri non proprio lusinghieri sulle ballate. Non temi il suo giudizio?

Quando ho presentato la mia canzone a X-Factor, l’opinione di Andrii Danilko è stata molto importante per me. Non ha detto nulla di scorretto, ma si è riservato di esternare qualsiasi commento se non all’interno della giuria stessa. In ogni caso non ho affatto paura delle critiche. Per me il parere della giuria è estremamente importante e sono perfettamente consapevole che ciascuno ha i propri gusti e le proprie preferenze, ma sono certa che i giudici della selezione nazionale sapranno essere obiettivi.

Nel 2016, guidata da Tina Karol, hai vinto il concorso di Voice Kids. Ora Tina fa parte proprio della giuria nazionale. Ritieni che sarà obiettiva quando dovrà giudicarti? Non sarà forse influenzata dalla pregressa conoscenza?

Nel 2016 Tina è stata la mia mentore a Voice Kids. Ora è membro della giuria nazionale. Si tratta di due ruoli diversi con due compiti altrettanto distinti. Ritengo che il fatto che ci conosciamo non possa assolutamente condizionarla, perché significherebbe sacrificare la propria professionalità e credibilità. Sono invece sicura che mi valuterà con tutta la pignoleria del caso. Al di là di questo, comunque, la sua opinione sarà importantissima per me.

Hai ascoltato le canzoni dei tuoi avversari? Chi ti ha colpita di più?

Ho sentito molti dei miei avversari. Mi piace soprattutto il trio FO SHO. I concorrenti sono molto diversi, e ogni canzone ha le proprie interessanti peculiarità. Io credo che la mia possa essere degna di rappresentare il Paese, ma l’ultima parola spetta ai giudici. Non sta a me valutare i miei avversari.

Cosa rappresenta Eurovision per te? Un’opportunità per esibirti e rappresentare il tuo Paese o una piattaforma che riunisce milioni di appassionati di musica?

Tantissimi musicisti e cantanti ambiscono a partecipare un giorno all’Eurovision. Per quanto mi riguarda è la massima competizione a livello internazionale; personalmente, se me ne sarà data l’opportunità, rappresenterà l’occasione per ricordare al mondo le doti canore dell’Ucraina. Come detto, questa competizione significa molto per me. Ci vado per trasmettere un’idea attraverso la mia canzone, nella quale spero che in molti potranno identificarsi.

Ciò che più conta, per me, è ricordare al mondo come canta l’Ucraina. E farlo sarà un grande onore, oltre che un’enorme responsabilità. Naturalmente sono anche molto curiosa di saggiare in prima persona i complessi meccanismi e l’essenza più intima dell’Eurovision. Se il Paese deciderà in mio favore, di sicuro non mi dispiacerà affatto.

Elina conclude con un saluto e un consiglio ai nostri lettori:

Se crederete nei vostri sogni, si avvereranno. Se ascolterete il vostro cuore e lavorerete sodo, alla fine il successo arriverà.      

In bocca al lupo, Elina, e speriamo di incontrarci a Rotterdam!

Ascoltiamo quindi la sua Get Up:

Traduzione intervista a cura di Brunella Paciulli