Il canale Youtube dell’Eurovision Song Contest ha reso pubblico, fino al 6 giugno, l’edizione dell’Eurovision 1991 del concorso che fu organizzata a Roma dalla RAI, dopo la vittoria di Toto Cutugno, l’anno precedente a Zagabria, con “Insieme 1992”.

L’Eurovision Song Contest 1991 è considerato, non a torto, una delle peggiori edizioni a livello organizzativo. Originariamente si sarebbe dovuto tenere presso il Teatro Ariston di Sanremo; l’idea degli organizzatori era di onorare il Festival della canzone italiana che ha ispirò proprio l’Eurovision. Ma dopo l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq e lo scoppio della guerra del Golfo e delle prime avvisaglie di quella in Iugoslavia, la RAI, nel gennaio 1991 , decise di spostare il concorso da San Remo a Roma, presso gli studi di Cinecittà, al fine di garantire meglio la sicurezza delle delegazioni straniere. Ciò causò gravi problemi organizzativi e gravi ritardi. La sede e la scenografia (composta per la maggior parte da elementi usati a Cinecittà per girare vecchi film) fu completata il giorno della finale, poche ore prima dell’inizio della diretta. Inoltre, i ritardi non permisero agli artisti di provare quanto era necessario, provocando una certa tensione tra la produzione italiana e le delegazioni straniere.

lo show fu ospitato da Toto Cutugno e da Gigliola Cinquetti, che presentarono quasi esclusivamente in italiano (che non è la lingua ufficiale del concorso) e che incontrarono diverse difficoltà nelle poche parti in inglese e in francese. Difficoltà anche nella pronuncia dei nomi degli artisti in gara e nella fase di annuncio dei voti, durante la quale l’allora Supervisore Esecutivo dell’EBU, Frank Naef, fu interpellato dai padroni di casa diverse volte per la richiesta di chiarimenti. Tutto questo causò rallentamenti durante la diretta, che terminò con oltre mezz’ora di ritardo sul previsto.

Diversi problemi anche con l’orchestra, che fu criticata da alcune delegazioni straniere. In primo luogo, durante le prove, i musicisti arrivarono spesso in ritardo, lamentando problemi al trasporto pubblico causati dalle piogge torrenziali che, in quei giorni, scesero su Roma. Poi, durante la trasmissione, ci furono degli errori da parte di alcuni di loro. L’esempio più notevole fu l’assolo di uno dei sassofonisti, durante la canzone greca.

All’inizio dell’esibizione svedese il suono nello studio 15 di Cinecittà si interruppe bruscamente. Il pubblico in sala non sentì quasi nulla, ma Carola, la rappresentante della Svezia, riuscì a mantenere la calma e a portare a termine la sua performance; il pubblico a casa e le giurie, invece, non si accorsero di nulla.

Le cartoline di presentazione dei cantanti mostrarono i monumenti della città ospitante con gli artisti che interpretarono brevi stralci di famose canzoni italiane.

Alla fine della procedura di voto, Svezia e Francia terminarono la gara con 146 punti ciascuno. La Francia con “C’est le dernier qui a parlé qui a raison”, interpretato da Amina, e la Svezia con Fångad av en stormvind”, cantata da Carola. Il regolamento del tempo prevedeva che in caso di pari merito, avrebbe vinto il paese che aveva ricevuto i 12 punti più volte. Avendo entrambi i paese ricevuto lo stesso numero di volte i 12 punti, vennero presi in considerazione i 10 punti: la vittoria andò perciò alla Svezia che aveva avuto più volte i 10 punti.

Per l’Italia ci fu Peppino Di Capri che cantò in napoletano “Comme è doce ‘o mare”. Per l’artista campano, che si classificò al settimo posto, rappresentare l’Italia fu una sorta di premio alla carriera.

A cantare in italiano fu anche la Svizzera con Sandra Simò che si esibì in Canzone per te”.

Un’organizzazione del genere, ai giorni nostri non potrebbe più ripetersi. Come affermato da Claudio Fasulo, il Vice Direttore di RAI 1, ormai per la nostra emittente, l’Eurovision Song Contest è un tassello in cui la RAI crede molto.

Foto: © RAI